Teramo, sospensione Irpef nel cratere. I sindacati: “Una beffa”

Una vera e propria beffa. E’ questa la denuncia delle segreterie provinciali Fim Cisl e Fiom Cgil che, a seguito della decisione ministeriale di sospendere le imposte sui redditi per i lavoratori delle aziende che risiedono nei comuni del cratere (Ascoli piceno, Rieti, Macerata, Fabriano e Spoleto e nel teramano Campli, Castelli, Civitella, Cortino, Crognaleto, Montorio, Rocca Santa Maria, Torricella Sicura, Tossicia, Valle Castellana a cui si aggiunge Teramo limitatamente ad i soggetti che hanno avuto l’abitazione danneggiata ), constatano come il provvedimento penalizzi alcune categorie di dipendenti.

“Possono avere la sospensione del pagamento delle tasse”, si legge nella nota sindacale, “soltanto i lavoratori dipendenti di aziende domiciliate fiscalmente nei Comuni del cratere, escludendo dal beneficio tutti coloro che, nonostante risiedano nel cratere stesso, lavorino in azienda ubicate al di fuori, a prescindere dai danni riportati dall’abitazione di ciascuno”.

In questo modo, secondo Cisl e Cgil, dunque, sarebbero tagliati fuori dal beneficio oltre ai lavoratori impiegati fuori dal cratere (che rappresentano una grossa fetta dei residenti), anche tutti i pensionati e coloro i quali, rimasti disoccupati, stanno percependo l’indennità di mobilità o disoccupazione, ovvero le fasce di popolazione considerate più deboli socialmente.

“È scandaloso che, oltre ai tanti danni e disagi causati dal terremoto”, continua la nota, “si aggiunga la beffa di una politica distante anni luce dai bisogni reali dei cittadini che continua a limitarsi a rispondere in maniera pronta e prona ai diktat di chi, calcolatrice alla mano, ha come unico fine quello di far quadrare i conti infischiandosene altamente della vita quotidiana delle persone”.

L’auspicio, concludono i sindacati, è che ci si batta tutti insieme, istituzioni locali e politici, per far cambiare questo provvedimento legislativo, “dando un contenuto concreto alle sole chiacchiere che si sono fatte fino ad ora”.

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