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Acqua contaminata. Laboratori Gran Sasso: subito sospeso l’uso di solvente

C’è chi parla di ingiustificato allarmismo per una vicenda distante mesi e per la quale, però, solo ora sono emersi particolari che qualche timore lo hanno comunque generato.
Poca informazione e trasparenza sono alcuni dei concetti che aleggiano in queste ore. La Ruzzo Reti, in ogni caso, ha rassicurato l’utenza, dicendo che nessuna contaminazione si è verificata. Anche l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ha diffuso una nota al riguardo dove afferma di avere “verificato” e “subito sospeso” l’uso del solvente di cui sono state trovate tracce a settembre immediatamente dopo che la Asl di Teramo ha segnalato (“Il giorno 1 settembre 2016”) “una traccia di diclorometano in uno dei punti di captazione situati nei pressi dell’entrata dei Laboratori sotterranei, lungo l’autostrada A24, riscontrata nel corso delle ordinarie attività di monitoraggio sui campioni di acqua provenienti dalla rete idrica sotterranea del Gran Sasso e contestualmente informava che, a scopo cautelativo, sarebbe stata sospesa l’immissione in acquedotto delle acque provenienti da tale captazione”.

 

“I Laboratori – aggiunge l’Infn “a seguito di notizie riportate da alcuni organi informativi” – hanno provveduto a monitorare le acque, con numerosi prelevamenti di campioni, non riscontrando più, sin dai giorni immediatamente successivi alla segnalazione, tracce del solvente”. Il gestore delle acque della provincia di Teramo, la Ruzzo Reti, ha avanzato però ora istanza risarcitoria nei confronti del Laboratorio di Fisica Nucleare del Gran Sasso “per via dei maggiori costi sopportati nel processo di potabilizzazione”. La Ruzzo Reti ha comunque spiegato che in questi mesi “non è mai accaduto che acqua contaminata sia stata immessa in rete, i sistemi di controllo lo impediscono”. Le polemiche però infuriano. “Sembra che si sia tornati indietro di oltre un decennio quando si visse la fase più preoccupante della gestione dei Laboratori di Fisica Nucleare sotto il Gran Sasso” afferma Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia, mentre il Consigliere regionale del M5S, Riccardo Mercante, annuncia di avere depositato una interrogazione alla Giunta diretta “a fare luce e conoscere le reali condizioni della sorgente del Gran Sasso” ed il Forum nazionale dei movimenti per l’acqua chiede chiarezza.

 

 

“Il giorno 1 settembre 2016 – si legge nella nota – è pervenuta ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS) dell’INFN una nota della AUSL Teramo in cui si comunicava che, nel corso delle ordinarie attività di monitoraggio sui campioni di acqua provenienti dalla rete idrica sotterranea del Gran Sasso, era stata riscontrata una traccia di diclorometano in uno dei punti di captazione situati nei pressi dell’entrata dei Laboratori sotterranei, lungo l’autostrada A24”. “Contestualmente la AUSL informava che, a scopo cautelativo, sarebbe stata sospesa l’immissione in acquedotto delle acque provenienti da tale captazione”. “A seguito della segnalazione da parte della AUSL, i LNGS hanno verificato l’utilizzo del diclorometano, un solvente di uso comune altamente volatile, impiegato in quei giorni per operazioni di pulizia dalla colla di alcune componenti dei rivelatori. I Laboratori hanno quindi immediatamente sospeso l’utilizzo del solvente, e provveduto a monitorare le acque, con numerosi prelevamenti di campioni, non riscontrando più, sin dai giorni immediatamente successivi alla segnalazione, tracce del solvente.” “Nessuna ulteriore comunicazione in merito – conclude la nota – è pervenuta ai Laboratori del Gran Sasso né da parte delle Autorità competenti né di Ruzzo Reti SpA”.