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Roseto, addio all’Ente d’Ambito. Recchiuti: “Sono preoccupato”

Quale futuro per le politiche sociali a Roseto? Se lo chiede l’ex assessore Alessandro Recchiuti dopo che la Regione nella riorganizzazione degli Enti d’Ambito prevista nel programma del piano socio sanitario ha deciso di dare vita ad un ambito molto più ampio che rischia di penalizzare le politiche sociali.

Non solo, perché ad oggi non si è ancora capito bene quale possa essere il ruolo di Roseto nel nuovo Ambito. “La cosa che amareggia è che nella riorganizzazione degli Enti d’Ambito”, ha spiegato Recchiuti che nella Giunta Pavone aveva le deleghe alle politiche sociali, “la Regione ha deciso di accorpare Roseto, Morro D’Oro e Notaresco, con l’ambito di Giulianova, Bellante e Mosciano. Da capire quale ruolo avrà Roseto che nel suo ambito era Comune capofila. Mi spiace che l’amministrazione guidata dal sindaco Sabatino Di Girolamo non ci abbia coinvolto. Entro il 31 dicembre si dovrà procedere appunto con la riorganizzazione e noi non sappiamo ancora nulla”.

Sei Comuni, un territorio dunque molto ampio, con criticità legate alle fasce più deboli e al fabbisogno di molte famiglie, tenendo conto anche che il numero dei meno abbienti è in forte aumento da 5 anni a questa parte. Recchiuti avrebbe voluto che l’attuale assessore alle politiche sociali Luciana Di Bartolomeo e il resto dell’amministrazione pertanto si sedessero attorno ad un tavolo e dialogassero anche la minoranza affrontando il tema in questione.

“Sono preoccupato perché non c’è chiarezza”, ha concluso l’ex assessore “l’argomento non può e non deve essere messo in secondo piano. Parliamo di sociale. Il nuovo Ente d’Ambito dovrebbe essere definito, secondo la Regione, una sorta di Unione dei Comuni. Ma ad oggi ne sappiamo davvero poco”.

Insomma, da capire in modo particolare quali effetti potrà avere il nuovo ambito sugli operatori che lavorano nel settore sociale e sugli utenti finali. Recchiuti su una cosa è categorico: nel settore sociale non si possono operare tagli sui contributi e finanziamenti perché un’operazione del genere, che purtroppo già è stata fatta dagli Enti sovracomunali, ha già avuto in passato ripercussioni negative.