L’andamento della raccolta differenziata, le caratteristiche della produzione di rifiuti, l’analisi del processo di raccolta e smaltimento, la scomposizione dei costi del servizio Comune per Comune. Il rapporto rifiuti 2015 fotografa una provincia che continua ad aumentare la fetta di “differenziata” confermandosi il territorio abruzzese più virtuoso con una media del 58,89%; che registra una riduzione complessiva della produzione dei rifiuti ma che continua ad avere un problema di costi: troppo alti quelli del servizio rispetto sia al dato regionale sia a quello nazionale.
Presentato questa mattina il Rapporto rifiuti (i dati elaborati sono quelli del 2015) con il contributo del dirigente regionale del settore, Franco Gerardini. la partecipazione del presidente Renzo Di Sabatino e del consigliere delegato, Massimo Vagnoni.
Sul podio della differenziata abbiamo la conferma del comune di Torano Nuovo (con il 76,21%,) seguito da Montefino, Montorio al Vomano e Tossicia. Nelle posizioni di coda troviamo tre comuni appartenenti alla fascia montana, ovvero Castelli, Isola del Gran Sasso e Fano Adriano.
Seguendo la logica dei raggruppamenti fra Comuni (fino a 5000 abitanti; fino a 15.000 e oltre i 15.000) è nella fascia dei Comuni fino a 15 mila abitanti che troviamo una situazione più omogenea con Montorio al primo posto (72,15%) e Atri all’ultimo (52,08%). Sopra i 15 mila abitanti il podio è di Giulianova (68,03%) seguita dal capoluogo (62,34%); ultima Roseto con 39,74% di differenziata.
Relativamente al quadro generale va sottolineato che la produzione dei rifiuti è tornata a diminuire (nel 2014 era cresciuta) e che quasi tutti i Comuni hanno implementato i servizi di igiene urbana con modalità porta a porta anche se solo 19 comuni su 47 hanno superato l’obiettivo del 65% di differenziata come prevede la legge.
Centrale il “nodo” costi; a causa dell’irrisolta questione impiantistica (la mancanza di centri di smaltimento in grado di gestire tutti i rifiuti prodotti nel territorio provinciale con economie di scala) la spesa per il servizio di raccolta e smaltimento rimane alta: 181,14 euro per abitante contro il dato nazionale 158,86 e quello regionale 176,77.
“Nelle more della costituzione dell’Agenzia regionale ho cercato di anticiparne il modello di governante invitando i Sindaci teramani a costituire un sub ambito provinciale con unico soggetto pubblico gestore – ha dichiarato il presidente Renzo Di Sabatino – la discarica del Cirsu, se completata, da sola, garantirebbe la copertura del fabbisogno e porterebbe risorse economiche tali da consentire l’ammodernamento dell’intera filiera. Ma, evidentemente, i tempi non sono maturi e i Sindaci fanno difficoltà ad avere una visione unitaria”.
Di Sabatino si è soffermato sui buoni risultati dei Comuni teramani rispetto alla riduzione dei rifiuti prodotti e alla differenziata invitando la Regione: “ad istituire delle premialità significative per i territori virtuosi”.
Franco Gerardini, ha tenuto a sottolineare che “la provincia di Teramo è l’unica che ancora produce un rapporto sui rifiuti mantenendo un confronto dialettico con i Comuni e il territorio”. Il dirigente ha poi parlato dei motivi che stanno “condizionando la nascita dell’Agenzia regionale” con otto Comuni che “ancora non adempiono agli obblighi per la costituzione e che ora sono stati commissariati”. Mettersi insieme, ha chiosato il dirigente “non è ancora percepito come un bene comune”.
Soffermandosi sui dati di costo è possibile valutare che la principale problematica è ancora l’elevata dipendenza verso altri ambiti regionali ed extraregionali. Vero è che, con ogni probabilità una razionalizzazione delle modalità gestionali dei servizi di raccolta può ridurre ancor di più il costo procapite, ma non tanto quanto può essere ridotto raggiungendo “l’autonomia” nel trattamento. La principale discarica si trova al Cirsu, a Grasciano, così come la piattaforma di tipo A e l’impianto di pre-selezione e compostaggio; poi c’è una piattaforma di tipo B a Sant’Omero attualmente utilizzata come centro di raccolta comunale e come centro di trasferenza e una discarica ad Atri (Consorzio Piomba-Fino).
La vigente pianificazione prevederebbe un’altra piattaforma di tipo B da realizzare nel comune di Teramo ma, considerate le sopravvenute esigenze del territorio, è stata chiesta alla Regione la sua trasformazione in impianto di tipo A.