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Cirsu, inchiesta sui rifiuti radioattivi agli impianti di Grasciano

Impianti di Grasciano del Cirsu chiusi, autorizzazioni per il trattamento dei rifiuti sospese dalla Regione e indagini della Procura di Teramo che ora vuol vederci chiaro a proposito del conferimento e del trattamento di alcune sostanze che in quelle strutture non sarebbero mai dovute finire, provenienti da presidi sanitari.

Rifiuti radioattivi riscontrati dall’Arta, l’agenzia regionale per la tutela dell’ambiente, intervenuta sul posto dopo un esposto presentato agli organi competenti attraverso il quale veniva ipotizzata la presenza di simili sostanze. Uno scenario inquietante che spinge oggi ancor di più il sindaco di Notaresco Diego Di Bonaventura, Comune su cui sorgono gli impianti per la lavorazione dei rifiuti, a chiedere la chiusura e persino lo smantellamento del Cirsu.

Perché è in pericolo la salute dei cittadini, perché a ridosso di quest’area sta per nascere una fabbrica che nel giro di 3 anni dovrebbe garantire un livello occupazionale assai interessante, con un centinaio di assunzioni. La Procura di Teramo dovrà dunque ricostruire i fatti e capire se vi sia stato dolo nel trasportare quei rifiuti negli impianti di Grasciano.

L’attenzione è tutta puntata sul trasferimento di tre camion carichi di materiale che dalle strutture del Cirsu dovevano trasportare le sostanze al trattamento in altri impianti, nel nord Italia. Ed è qui che è emerso che qualcosa non andava, confermato poi dalle analisi dell’Arta. Altro problema da affrontare è anche quello del rischio contaminazione delle zone di stoccaggio a Grasciano.

I rifiuti radioattivi potrebbero, insomma, aver creato un’area contaminata che chiaramente dovrà anche essere bonificata con sistemi adeguati. Va ricordato che già in passato gli ex operai di Sogesa, l’allora braccio operativo del Cirsu, avevano ipotizzato che nella struttura di Grasciano finissero rifiuti non idonei, interrati poi nella discarica. E avevano anche chiesto che venissero eseguiti dei carotaggi, mai effettuati. Chissà se sotto quel cumulo non si nasconda qualcosa di davvero pericoloso per la salute dei cittadini.