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Alba Adriatica, tentano di estorcere 60mila euro ad un connazionale: sei cinesi in manette

Alba Adriatica. Lo ha invitato a trascorrere qualche giorno di vacanza nella sua casa ad Alba Adriatica, con i suoi amici lo ha portato a cena fuori e, dopo averlo drogato, a sua insaputa, ha rubato le 3mila euro che l’amico portava con sé. Vittima della disavventura un cittadino cinese residente a Rimini, dove lavora saltuariamente come cuoco.

I fatti risalgono al mese di giugno, quando l’uomo è stato invitato da un amico, suo connazionale, a raggiungerlo nella cittadina costiera teramana. Una sera, mentre erano a cena in un ristorante cinese, “l’amico”, insieme ad altri cinque connazionali, lo ha narcotizzato facendogli bere del vino drogato. Da lì, nella mente della vittima è sceso il vuoto: si è risvegliato il giorno successivo in casa dell’amico, del tutto ignaro di quanto fosse successo la sera prima. L’unica cosa certa era che dal suo portafogli erano scomparsi 3mila euro.

Subito ha chiesto spiegazioni al connazionale, il quale gli ha riferito che quei soldi li aveva persi a poker. Non solo. Era debitore di altri 60mila euro, anche questi persi al gioco. La vittima non ricorda, ma sa benissimo di non essere un giocatore d’azzardo.

Fa, così, ritorno a Rimini. E qui cominciano le minacce telefoniche e i continui “inviti”, da parte dei connazionali con cui era stato a cena, a restituire l’ingente somma di denaro. L’uomo decide, dunque, di rivolgersi alla questura romagnola, presso la quale sporge regolare denuncia.

Parte l’indagine, condotta in stretta sinergia tra le Squadre Mobili di Teramo e Rimini. Gli estorsori continuano ad insistere per avere il denaro e chiedono alla vittima di tornare ad Alba per saldare il conto. Gli investigatori, però, gli chiedono di collaborare nel tendere loro una trappola: il famoso incontro viene fissato nella città romagnola, proprio nell’abitazione della vittima.

Lo scorso mercoledì gli estorsori hanno bussato alla porta dell’uomo, ignari che a riprenderli ci fossero delle telecamere. La vittima ha consegnato ai due cinesi, soprannominati “Piccolo Prete” e “Grande Prete”, la somma contante di 8mila euro e loro sono andati via, con la promessa che sarebbero tornati la settimana successiva per estinguere il debito. Ma appena fuori dall’abitazione, ad aspettarli c’erano gli agenti della Mobile e per loro sono scattate immediatamente le manette.

Sei in tutto le persone arrestate con l’accusa di estorsione aggravata e rinchiuse nel carcere di Rimini. Si tratta di Xiaoban Zhou, 22 anni residente nella provincia di Udine, Yunan Chen, 28 anni residente a Reggio Emilia, Dingyou Wu, 42 anni residente ad Alba Adriatica, Yin Zhang, 41 anni residente a Catanzaro, Suirong Xiang, 37 anni residente in Portogallo e Weiying Wang, 28 anni e residente a Sassari, unica donna del gruppo.