Marcattilli scrive nella lettera: “sappiamo dei tagli sulle politiche sociali operati sia dal governo nazionale che da quello regionale, come CGIL ci siamo battuti affinché ciò non avvenisse, purtroppo da soli, ma non comprendiamo la scelta dell’Ambito di tagliare i fondi relativi all’inclusione sociale. Siamo esterrefatti da questa scelta, non riusciamo a capire come si possa lasciare senza lavoro cittadini che contavano, per la maggior parte, solo di quel reddito (parliamo di stipendi di 400/500 euro ), tenuto conto della particolarità del servizio. Crediamo che l’essere amministratori significa cercare di comprendere e soddisfare le esigenze dei cittadini, fare delle scelte di tutela dei pi§ deboli, dispiace constatare che in questo caso non solo i più deboli non sono stati tutelati ma hanno pagato con il licenziamento, scelta che riteniamo incomprensibile. Da più giorni abbiamo chiesto un incontro con l’Ambito sociale per trovare una soluzione condivisa, a tutt’oggi solo un assordante silenzio, rimaniamo allibiti di come la politica, su argomenti come questi, preferisce guardare da un’altra parte. Rammentiamo a lor signori che i cittadini sono tutti uguali, nel “palazzo” debbono avere cittadinanza non solo costruttori o potenti ma soprattutto chi nella società è più’ debole. La nostra battaglia e far si che abbiano voce quei lavoratori che la politica sembra aver dimenticato, con la speranza che le Istituzioni abbiano uno scatto di civiltà, affinché le giuste aspettative di persone che chiedono solo il rispetto del propri diritti trovino una risposta positiva”.