Si è aperto a Teramo il maxi processo per droga nato da un’indagine della Distrettuale di L’Aquila, di alcuni anni fa, su un vasto traffico di cocaina tra Napoli, Teramo ed Ascoli.
Processo che vede davanti al collegio (presidente Franco Tetto, a latere Lorenzo Prudenzano e Sergio Umbriano) 19 imputati di cui nove, all’epoca, furono destinatari di altrettante misure cautelari in carcere. Un processo che vede alla sbarra solo una parte delle persone all’epoca indagate molte della quali, compresi i capi dell’organizzazione, hanno definito separatamente le loro posizioni.
L’inchiesta, denominata “Game Over” e coordinata dal pm David Mancini, nel 2014 portò a tredici arresti e allo smantellamento di un’organizzazione che movimentava un ingente traffico di cocaina. Traffico gestito da un napoletano di 39 anni, vicino al clan napoletano “Amato-Pagano” (e che ha già definito la propria posizione con separato procedimento), che nel 2012 si era stabilito prima a Martinsicuro, dove aveva aperto un negozio di mozzarelle, e successivamente a San Benedetto del Tronto.
Era proprio lui, secondo gli inquirenti, a gestire un’organizzazione composta da persone residenti tra Martinsicuro, Colonnella, Monsampolo e Napoli, che distribuiva sul territorio di Abruzzo e Marche ingenti quantitativi di cocaina proveniente dalle zone di Melito e Secondigliano nel Napoletano. Tanto che secondo gli inquirenti il “cartello” in pochi anni sarebbe riuscito a movimentare ben 25 chili di cocaina grazie anche agli appoggi del clan camorristico. Dopo l’apertura del processo l’udienza è stata rinviata a marzo 2017, con il pm che ha chiesto l’audizione dei propri testi dopo il deposito delle intercettazioni telefoniche.