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Torricella Sicura, omicidio De Luca: fermata cittadina dominicana

Torricella Sicura. Si è chiusa nel silenzio più assoluto, ma gli inquirenti non hanno dubbi e le prove sono schiaccianti: è stata lei ad uccidere Carmine De Luca, il 69enne di origini campane, trovato morto nella sua abitazione di Piano Grande di Torricella Sicura il 28 maggio scorso.

A confermarlo, gli esami dei Ris di Roma, che hanno comparato il dna della donna con le tracce ematiche trovate sul luogo del delitto, dopo un’indagine durata 3 settimane, ma resa complicata dal ritrovamento del cadavere, avvenuto una settimana dopo l’omicidio. Medina Francisca Binicio, 27 anni, cittadina dominicana, prostituta e clandestina sul territorio italiano, è accusata di omicidio volontario, senza l’aggravante della premeditazione. Avrebbe ucciso l’uomo in maniera cruenta, probabilmente dopo una lite sfociata nelle dieci coltellate inferte sul corpo dell’uomo.

“Le attenzioni” spiega il capitano della Compagnia dei Carabinieri di Teramo, Nazario Giuliani “si sono concentrate su alcune persone e tra queste anche la donna sottoposta a fermo. Seguita, poi, nella sua fuga che ha attraversato diverse località del centro nord, per fermarsi a Genova, dove proseguiva la sua attività di prostituta utilizzando i canali web e telefonici. E dove è stata fermata.

La donna è stata accompagnata in caserma per le formalità di rito ed il prelievo di alcuni campioni biologici, che hanno trovato riscontro positivo con 8 dei 130 reperti raccolti nella casa di Piano Grande.

Che tipo di rapporto c’era tra il De Luca e la Binicio? Secondo gli inquirenti, l’uomo era solito intrattenere relazioni con prostitute che, generalmente, rimanevano nella sua casa per almeno un paio di giorni. Medina Francisca Binicio era una di queste. All’epoca dei fatti viveva da clandestina tra Martinsicuro e Alba Adriatica e i due si erano conosciuti circa 4 mesi prima di quel 19 maggio, giorno in cui la rabbia della donna è esplosa in maniera incontrollata. Dieci violente coltellate, poi lo spostamento al piano inferiore dell’abitazione, trascinandolo per le scale. Una ricostruzione plausibile, considerata la robusta corporatura della donna.

Medina Francisca Binicio avrebbe agito, comunque, da sola e, durante la sua permanenza nella caserma ligure, approfittando di un momento di tranquillità, ha tentato la fuga lanciandosi da una finestra del quarto piano. In quel momento, d’istinto, l’appuntato Patruno, del Nucleo Investigativo di Teramo, gli è corso dietro e ha tentato di braccarla. Entrambi sono caduti su un ballatoio in cemento armato e il risultato è di svariate lussazioni al polso e alla caviglia per la donna. Ad avere la peggio è stato proprio il carabiniere, sul quale i medici hanno riscontrato l’esplosione della vertebra della schiena. Ora è ricoverato in ospedale, con una prognosi di 40 giorni: è in attesa di essere sottoposto ad un intervento chirurgico. Fortunatamente, non è in pericolo di vita e sembra scongiurato anche il rischio di una paralisi.

L’interrogatorio della donna è previsto per lunedì prossimo e probabilmente si svolgerà a Teramo dove gli atti saranno inviati per competenza. Medina Francisca Binicio dovrebbe essere dimessa nel giro di un paio di giorni e trasferita nel carcere di Castrogno.