Teramo, la Fillea Cgil in piazza per chiedere l’apertura dei cantieri FOTO-VIDEO

“Dalle carte si passi alla materialità di lavori”. E’ questo l’invito di Alessandro Genovesi, segretario nazionale Fillea Cgil presente questa mattina a Teramo per partecipare alla manifestazione promossa dal comparto dei lavoratori edili del sindacato, cui hanno partecipato ance il segretario regionale di Abruzzo e Molise, Sandro Del Fattore e quello abruzzese Silvio Amicucci.

Un settore, quello delle costruzioni, particolarmente colpito dalla crisi in Abruzzo, la cui ripartenza, secondo i sindacati, consentirebbe anche la ripresa dell’economia per tutto l’indotto. Nonostante la presenza del cantiere più grande in Europa per via dei terremoti, infatti, nella regione si continuano a perdere aziende e posti di lavoro, con una diminuzione di oltre 14 mila unità dal 2007 ad oggi.

E non a caso la manifestazione ha scelto Piazza Sant’Anna a Teramo che è accanto ad uno dei progetti di recupero più importanti della città, come è l’ex manicomio, per la cui sistemazione il Masterplan ha annunciato ben 35 milioni.

“Chiediamo che ci sia un cronoprogramma dei lavori”, spiega Giovanni Tomoteo, segretario provinciale della Cgil Teramo, “con date certe per l’apertura dei cantieri che potranno riportare l’occupazione e dunque il salario per i lavoratori. La provincia teramana non può permettersi ulteriori ritardi. Anche il terremoto ci ha ammonito poiché si sarebbe dovuto e potuto intervenire più rapidamente visto che, dei progetti per la ricostruzione dopo il sisma del 2009, non è partito quasi niente”.

E nel chiedere ora progetti subito attuabili, Timoteo sottolinea come sia necessario mostrare un’attenzione particolare sulla provincia teramana, colpita così duramente dopo l’ultimo terremoto, uscendo però dagli annunci e dando concretezza alle opere.

Durante la manifestazione, inoltre, è stato anche chiesto a tutti i parlamentari abruzzesi di adoperarsi affinché sia riconosciuto, anche ai lavoratori edili e delle costruzioni, l’accesso all’Ape agevolata, visto che il tipo di lavoro di per sé comporta discontinuità, soprattutto per coloro che hanno più anni.

 

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