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Ospedale Sant’Omero, chiusura reparti: le perplessità della Cgil

Sant’Omero. “ Una motivazione incomprensibile, perché nessuna indicazione, sia tecnica che sanitaria, giustifica la chiusura dei reparti di ostetricia e ginecologia, che hanno una sala parto interna al reparto e dunque l’uso delle sale operatorie avviene solo per i ricoveri programmati”. Non convincono le motivazioni della Asl di Teramo, che per tre mesi chiuderà tre reparti dell’ospedale di Sant’Omero (ostetricia, ginecologia e ortopedia) per garantire una serie di interventi di messa a norma e potenziamento tecnologico dell’ospedale di Sant’Omero.

Non convincono soprattutto Antonio Macrillante, della Cgil, che avanza una serie di perplessità sulla natura del provvedimento e sulla delibera con la quale è stata decisa una parziale riorganizzazione dell’attività ospedaliera per i prossimi tre mesi. “ I lavori di adeguamento”, scrive Macrillante, “ non sono interventi strutturali, dunque possono essere fatti senza chiudere nessun reparto. Siamo preoccupati perché nella delibera viene evidenziata solo la dicitura “chiusura per circa tre mesi”, cioè non si sa quando si inizia e quando finiranno i lavori e soprattutto quando sarà ripristinata la completa funzionalità dei vari reparti. Tutta l’operazione avviene nel periodo estivo, quando la popolazione della vallata triplica con la stagione balneare. Il tutto, poi, viene effettuato senza una discussione con le parti sociali e da quello che ci risulta, senza il coinvolgimento dei sindaci”. Perplessità, poi, vengono avanzate sulla effettiva valenza del progetto di rilancio dell’ospedale Val Vibrata. “ Siamo convinti” aggiunge il sindacalista, “ che questa non è la strada da percorrere per il rilancio del presidio di Sant’Omero. Chiediamo ai sindaci della vallata di avere uno scatto di protagonismo, evitando di lasciare le decisioni che riguardano le proprie popolazioni a soggetti che poco conoscono la realtà vibratiana”.