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Tortoreto, stalking ai vicini casa: famiglia condannata

Un’intera famiglia, marito, moglie e figlia condannati a 6 mesi per stalking nei confronti dei vicini di casa. Il tutto originato alla compravendita di una porzione di strada, non andata a buon fine, e l’uso della stessa area nei mesi successivi.

 

Minacce, ripetute nel tempo, anche di morte, e un clima diventato insostenibile, tanto da dover installare delle telecamere in casa e dover anche cambiare le proprie abitudini di vita per tutelare la figlia minore. Vittime delle persecuzioni, come detto, i vicini di casa: una famiglia composta da un carabiniere in servizio in una stazione del Teramano, moglie e figlia minorenne.

 

 

Nei giorni scorsi il tribunale di Teramo (giudice Belinda Pignotti, pm Sara Di Gesualdo) ha condannato la famiglia in questione (L.S. di 61 anni, F.C. di 59 e la figlia S.S. di 38) a sei mesi (pena sospesa), al pagamento delle spese processuali, oltre al risarcimento dei danni alla parte civile che dovrà essere stabilita in separata sede. Vicenda, questa, nata nel 2013 con l’inizio (come ha poi ricostruito la Procura sulla scorta di prove e testimonianze confermate in sede processuale) di un clima tensione, fatto di minacce e persecuzioni nei confronti dei vicini di casa, costretti poi ad adottare una serie di accorgimenti, anche e soprattutto per tutelare la figlia minore, visto che alcune delle invettive si sarebbero sostanziate con lei presente, tutte più o meno a ridosso della propria abitazione ma non solo.

 

In sede processuale il giudice ha accolto la tesi dell’accusa (la famiglia vessata era difesa dall’avvocato Berardo Rasicci) riscontrando poi la veridicità delle prove fornite, con circostanze date e riferimenti precisi. L’accusa aveva chiesto un anno per ciascuno di tre componenti della famiglia condannata.(l.z.)