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Tortoreto, morte di Demetrio Di Silvestre: un giallo ancora tutto da chiarire

Un giallo, nel vero senso della parola al quale si cerca di dare una soluzione. E’ avvolta nel mistero la scomparsa prima e la morte poi di Demetrio Di Silvestre, l’artigiano di 56 anni di Tortoreto, i cui resti carbonizzati sono stati trovati alle pendici del Monte dell’Ascensione ad Ascoli.

 

Resti di ossa carbonizzate trovati nello stesso giorno della denuncia di scomparsa dell’artigiano, da parte della moglie, e associate all’uomo solo dopo una serie di comparazioni effettuate dagli inquirenti (titolare dell’inchiesta è il sostituto procuratore Umberto Monti, mentre l’indagine viene seguita dai carabinieri del reparto operativo di Ascoli Piceno). Si procede al momento per omicidio volontario.

 

Le indagini. La chiave del mistero, ovviamente, è tutta legata alla ricostruzione delle ultime ore di vita di Demetrio, che è uscito di casa martedì mattina dicendo alla moglie di avere un appuntamento di lavoro a San Benedetto (ma pare che lo avesse anche ad Ascoli). Il telefono cellulare è rimasto attivo fino alle 16.30. Poi più nulla. La moglie lo ha atteso invano fino a sera, poi il mattino successivo ha presentato denuncia di scomparsa ai carabinieri. Nel frattempo sono stati trovati i resti carbonizzate delle ossa (che solo successivamente si è capito essere resti umani) e anche l’auto dell’artigiano parcheggiata regolarmente a Porto Sant’Elpidio, chiusa a chiave e a diversi chilometri di distanza dal Monte dell’Ascensione. L’auto era dotata di gps satellitare e già da alcuni elementi, si è capito che la stessa vettura è stata intercettata in quella zona e poi tra il fermano e la zona di Civitanova. L’uomo è stato ucciso dove sono state trovate le ossa? O il tutto da un’altra parte? L’auto è stata posteggiata lì dall’assassino per depistare? Tutti interrogativi che l’inchiesta dovrà cercare di chiarire. Ma poi perché? Si cercano indizio nel mondo lavorativo e negli ambienti che l’uomo frequentava. Chi doveva incontrare? E perché? Di certo le ultime ore di vita potrebbero essere fondamentali nella soluzione del caso. Nel frattempo il sostituto Monti ha dato incarico al professor Adriano Tagliabracci di effettuare una comparazione dell’esame del Dna sui resti con quello del figlio di Demetrio.

 

Chi era Demetrio Di Silvestre. Grosso lavoratore, titolare di una ditta edile individuale era conosciuto e apprezzato da tutti per la sua laboriosità. Viveva con la famiglia (la moglie Genny Pellanera che lavora come educatrice in una cooperativa e con il figlio Giammarco) in via Cattaneo, nella zona al confine tra Tortoreto e Alba Adriatica. Era solito frequentare sempre gli stessi bar e dedicava molto tempo alla sua attività.

 

Sviluppi dell’inchiesta. Nella giornata di ieri (venerdì) i carabinieri di Ascoli hanno nuovamente ascoltato i familiari e poi hanno passato al setaccio alcuni dei locali che l’uomo era solito frequentare alla ricerca di indizi e testimoniane utili per contestualizzare il tutto e provare a seguire una precisa pista investigativa.

(Foto Corriere Adriatico)