“L’onere di una gestione che non ha saputo contenere in tempo le spese né dare solidità all’associazione”, si legge ancora, “ andrà dunque a ricadere solo sulle spalle di lavoratori che, date le condizioni di debolezza contrattuale in cui si trovano, non hanno accesso ad ammortizzatori sociali né ad alcuna forma di tutela. Paradossalmente, a lavoratori impegnati per la tutela e la promozione dei diritti altrui viene chiesto di pagare per lavorare, senza tutele e senza diritti. Dopo una prima ipotesi di stabilizzazione dei lavoratori valutata nell’autunno scorso, viene esclusa dai dirigenti ogni ipotesi di regolarizzazione dei contratti perché troppo costoso per l’associazione”.
Martinsicuro, On the Road: sindacato chiede stabilizzazione dei precari
Martinsicuro. Stabilizzazione dei precari che prestano servizio all’associazione On the Road di Martinsicuro. La richiesta, già manifestata nel corso dell’assemblea dello scorso 31 maggio con i lavoratori, viene rilanciata alla dirigenza dell’associazione da parte della Filcams Cgil. “Dieci contratti già interrotti, precarietà assoluta per le decine di collaboratori e una crisi economico –finanziaria esplosa negli ultimi due anni” si legge in una nota del sindacato, “ alla quale si intende far fronte esclusivamente attraverso il contributo dei lavoratori. Per anni i collaboratori dell’associazione hanno accettato di rinunciare ai propri diritti pur di spendere competenze, lavoro e passione per un obiettivo alto come l’inclusione sociale di persone vittime di tratta a scopo di grave sfruttamento sessuale e lavorativo. Hanno lavorato e tuttora lavorano con contratti a progetto debolissimi anche se le loro mansioni erano e sono equiparabili al lavoro subordinato, senza tutele, senza il diritto alla pensione, alle ferie o all’indennità di disoccupazione. Oggi le condizioni sono gravi al punto di indurre molte lavoratrici e molti lavoratori a ritenere di non poter andare avanti”. Il consiglio di amministrazione di On the road, sostiene la Cgil, sta procedendo su tre fronti: un taglio del personale, la riduzione dei compensi per la maggior parte dei lavoratori che rimangono (in alcuni casi si arriva alla metà dello stipendio) e l’obbligo di versare un contributo in denaro per coprire i debiti accumulati nei due anni passati.