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Provincia Teramo: approvato bilancio consuntivo 2010. Catarra risponde su Teramo Lavoro

Teramo. Approvato a maggioranza il bilancio consuntivo 2010 della Provincia di Teramo. Nella seduta odierna il presidente Valter Catarra ha anche affrontato le polemiche sulla Teramo Lavoro, società in house dell’ente: “ne sono felice perché è ora che questo argomento, che coinvolge decine di famiglie, smetta di diventare terreno di incursioni politiche sulla pelle dei lavoratori e delle loro famiglie per approdare nel consesso istituzionale che la serietà della questione merita”.

A rappresentare i dubbi della minoranza, più volte espressi in conferenza stampa, il capogruppo del Pd Ernino D’Agostino e il consigliere Renzo Di Sabatino: quali sono stati i criteri di assunzione; come è stato scelto l’amministratore delegato, qual è il suo ruolo e il compenso; quali sono i servizi sono assegnati e con quali obiettivi; se è vero che ci sono state 18 nuove assunzioni; perché non si fanno i controlli; che succede dopo il 30 giugno. “Anche se abbiamo seri dubbi sul fatto che si tratti di una società strumentale dell’ente ci preoccupiamo per il futuro di questa società e dei lavoratori e per questo vogliamo chiarire aspetti che non ci sono chiari” hanno affermato.

“Dopo il 30 giugno non succede assolutamente nulla – ha chiarito il Presidente – non sono io che diffondo notizie allarmistiche. Ho scelto di costituire Teramo lavoro perché ho avuto in eredità dal centrosinistra 100 precari ai quali non potevano essere prorogati i contratti e che non avevano, come hanno certificato tutti, dai dirigenti interni agli esperti esterni, alcuna possibilità di stabilizzazione. Le due delibere della Giunta D’Agostino la 185 e la 186 del 2009 erano irregolari e senza copertura finanziaria, come ormai sanno tutti. Avendo fatto questa scelta la porto avanti e anzi chiedo a tutti di portarla avanti collaborando semmai a trovare idee e risorse”.

Nel merito delle questioni poste:
1) assunzioni. Non se ne è occupata questa amministrazione ma l’amministratore delegato Venanzio Cretarola, sono state concordate con i sindacati nell’assoluto rispetto della legge, mediante avviso pubblico, comparazione dei curricula e colloqui
2) Teramo Lavoro ha 110 addetti, 93 hanno avuto precedenti esperienze con la Provincia attraverso contratti e 7 sono stati tirocinanti dell’ente.
3) La natura strumentale di Teramo lavoro è certificata dai pareri, dalla legislazione dall’esistenza di centinaia di società simili in tutta Italia
4) Per i controlli si è dato disposizione per la costituzione dell’Ufficio di controllo analogo – previsto nella riorganizzazione – proprio per evitate confusione fra il controllato e il controllore e per superare “delle palesi conflittualità interpretative e organizzative
5) ci sono 6 lavoratori che si occupano della gestione di Teramo Lavoro “non sono fantasmi e hanno un ruolo preciso e trasparente”
6) Sono state aumentate le ore di lavoro che in alcuni casi erano a 18 settimanali e ogni passaggio è stato suffragato dal confronto con i sindacati o dalle specifiche richieste dell’ente attraverso i dirigenti. Gli unici servizi affidati in un secondo tempo sono quelli dell’Agenzia Giovani e del Centro Antiviolenza.

“Tutte questioni che stiamo gestendo nella massima trasparenza, nessuno nega carte a nessuno, nemmeno quelle relative al compenso dell’amministratore. Abbiamo persino convocato una commissione consiliare, la seconda, affinché tutti i consiglieri, di maggioranza e di minoranza potessero togliersi ogni dubbio – ha aggiunto Catarra – ma la minoranza ha opposto che non era la commissione giusta che secondo loro  sarebbe la settima ed è andata via. Ora, io mi chiedo, se uno ha dei dubbi così pesanti su Teramo lavoro perché una volta che ha l’occasione per esaminare tutto si alza e se ne va? O di Teramo Lavoro si parla solo in conferenza stampa quando non c’è alcun contraddittorio? Quali selezioni avete usato per scegliere il direttore di Teramo innovazione e le persone che vi lavoravano? Ci sono mai stati controlli in quel caso? Bene, io voglio farli, perché la responsabilità che mi sento addosso è grande e non essendo un tecnico voglio avere la certezza di fare i passi giusti. Fino ad oggi non ho motivo di avere dubbi e ancor meno ne avrò quando un ufficio indipendente monitorerà l’andamento della società, fuori di ogni strumentalizzazione politica o conflittualità interna”.   

In apertura di seduta è stato approvato a maggioranza il bilancio 2010 che chiude, ha spiegato l’assessore al ramo Davide Di Giacinto: “con un avanzo di amministrazione di 1 milione e 216 mila euro: il più basso della media degli ultimi 5 anni, quasi il 70% di meno. La capacità di realizzazione degli impegni programmati, infatti, è risultata di oltre il  98%  sia per la spesa corrente che per  quella di investimento. Diminuisce di oltre 4 milioni e mezzo, rispetto alla precedente gestione, la possibilità di spesa”.

A questo dato particolarmente significativo per l’andamento amministrativo del 2010 se ne aggiunge un altro: “la riduzione delle entrate tributarie (ITC, Rc Auto e addizionale Enel) per circa 650 mila euro alle quali si sommano i 400 mila euro che l’ente ha dovuto liquidare agli eredi di un dipendente per un sentenza passata in giudicato riguardante una causa avviata negli anni 80. Se consideriamo il pagamento dei debiti fuori bilancio, possiamo affermare che il bilancio 2010 si è trovato con circa 4 milioni e mezzo in meno rispetto alla precedente gestione: quasi il 10% del bilancio”.

Le spese correnti ammontano a 46.527.722: gli importi più significativi riguardano la viabilità (oltre 8 milioni e mezzo di euro); il mercato del lavoro (oltre 6 milioni e mezzo) ; i servizi sociali (oltre 3 milioni di euro; l’ambiente (1 milione e 600 mila euro); 1 milione e 400 mila euro per le scuole e gli edifici pubblici; 1 milione e 100 mila euro. A seguire, fra le spese per i servizi erogati troviamo: 1 milione e mezzo per la gestione dei musei e la valorizzazione del patrimonio storico culturale; 560 mila euro per il turismo; 920 mila euro per la formazione professionale; 58 mila euro per l’urbanistica e 644 per la protezione civile; 150 mila per l’informatizzazione; 720 mila per la caccia e la pesca. Le spese di investimento a 244 milioni di euro ma su queste pesano, in quanto residui, i 232 milioni della Pedemontana: messi in bilancio sulla base dell’Accordo quadro Regione-Governo ma non ancora deliberati dal Cipe.

Nelle spese di investimento si evidenziano l’accensione del mutuo per oltre 3 milioni e mezzo per la manutenzione straordinaria delle strade. Una operazione che è stata possibile grazie alla “solidarietà” di ciascun assessorato che ha ceduto una parte di risorse.

Soddisfazione per tutta la maggioranza per i 5 progetti Europei approvati: Sustain, Ipa, See, Europeid per un totale di quasi 7 milioni di Euro.

La minoranza, per bocca dei consiglieri D’Agostino, Sacco e Di Sabatino, hanno puntato il dito su “quei 235 milioni della Pedemontana che drogano il bilancio in quanto sono il frutto di una promessa e non sono mai stati deliberati dal Cipe. Se guardiamo tutti i dati si tratta di un bilancio che desta più di una preoccupazione”. Secondo D’Agostino “le opere portate a termine sono state avviate dalla precedente amministrazione mentre c’è un regresso nelle politiche culturali, nelle attività produttive, nella organizzazione dell’ente”.

Complimenti “per il lavoro svolto in una fase congiunturale così complicata” sono arrivati a Di Giacinto dalle file della maggioranza e dallo stesso Presidente. Mazzarelli “Se l’unica criticità arriva solo dall’eccesso di entusiasmo di prevedere i soldi per la Pedemontana allora è un gran successo. Parliamo di opere che attendiamo da 20 anni e oggi vogliamo dare la croce a chi c’è da appena due?”. Inciso del consigliere Flaviano Montebello che avrebbe “voluto  un maggiore dibattito interno su un punto all’ordine del giorno così

importante”.