Omicidio Civitella, Melania Rea nascondeva un segreto?

carmela_rea_3Melania Rea forse sapeva troppo e bisognava trovare un modo per farla tacere. Per sempre. E’ questa l’ultima pista al vaglio degli inquirenti che continuano senza sosta ad indagare sull’omicidio di Melania Rea, la 29enne originaria di Somma Vesuviana uccisa con 35 coltellate tra il 18 ed il 20 aprile scorso tra Colle San Marco, nell’ascolano, e il bosco di Ripe di Civitella, nella provincia di Teramo.

Le indagini proseguono a tutto campo e, in attesa di scoprire l’esito dei risultati degli esami sugli abiti del marito, il caporalmaggiore dell’esercito Salvatore Parolisi, spunta una nuova ipotesi: probabilmente Melania era venuta a conoscenza di un segreto, qualcosa di grosso, che avrebbe potuto scatenare uno scandalo nel piccolo centro della provincia ascolana. E forse qualcuno sapeva che era pronta a rivelarlo. Una intransigenza di fronte alla quale l’assassino (o gli assassini) non ha saputo trovare altra risposta che la violenza, tappandole la bocca una volta per tutte. Per ora resta solo una delle tante ipotesi.

Nel frattempo, dopo le tracce biologiche rinvenute ieri nell’auto di Salvatore Parolisi, sono emersi altri due elementi ritenuti fondamentali ai fini dell’indagine. Si tratta di due scontrini emessi da un alimentari di Ripe di Civitella il 18 e 19 aprile: potrebbe far parte dell’opera di depistaggio messa in atto dagli assassini?

Ieri pomeriggio, intanto, gli inquirenti del Nucleo Investigativo hanno interrogato uno dei tre sospettati, insieme allo stesso coniuge e ad un vicino di casa di Folignano. Si tratta di Raffaele Paciolla, l’agente di polizia penitenziaria, amico di Salvatore Parolisi. Era stato proprio lui a rivelare una confidenza del marito Salvatore, secondo la quale la coppia era già stata nel bosco di Civitella qualche giorno prima, appartandosi nei pressi di quel chiosco vicino al quale il corpo di Melania è stato ritrovato il 20 aprile.

 

Il commento del generale di Corpo d’Armata Maurizio Scoppa, comandante interregionale dei carabinieri di Campania, Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata. Il generale Scoppa preferisce non parlare dell’omicidio di Melania Rea e non approva l’interesse morboso che si è creato attorno a questo episodio di cronaca, così come attorno ad altri fatti di sangue avvenuti nel Paese. “E’ una domanda che non mi piace” ha detto Scoppa ai giornalisti che gli chiedevano notizie e aggiornamenti su questo caso, e “conto fino a tre” prima di rispondere, ha aggiunto. Scoppa ha parlato di un “interesse parossistico ed eccessivo della stampa” e di “un imbarbarimento dell’informazione”. Ha fatto notare, poi, come le vicende di cronaca siano al centro dei dibattiti nei “salotti televisivi” e così “si innesca un interesse morboso della popolazione”. Poi ha fatto riferimento ai turisti che a Pasquetta hanno visitato il bosco dove è stato ritrovato il corpo della donna e ha commentato che si “crea un museo vivente dell’orrore. E questo non mi piace”. In Italia, ha detto ancora, “siamo tifosi da poltrona e allenatori della squadra del cuore, sempre stando a casa, ma nessuno fa sport. Ognuno e’ un ottimo investigatore, in poltrona. Ma a che serve? Intralcia solo il lavoro”.

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