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Omicidio Melania Rea, l’autopsia: è stata una lunga agonia

Carmela Rea ha sofferto. Tanto. Una lenta agonia che l’ha portata alla morte, quella più brutta, angosciosa, drammatica. Carmela Rea non è morta subito, ma è stata abbandonata dal suo assassino in quel bosco di Ripe di Civitella, agonizzante.

Una scena straziante che sembra non aver minimamente impietosito chi le ha fatto così tanto male ed ha infierito su quel giovane corpo di madre con 35 pesanti coltellate e infilando una siringa sotto il seno. Indisturbato, impassibile, indifferente. E’ andato via, nella più assoluta noncuranza della donna, che si contorceva su quel terreno, tra quegli alberi, quelle foglie, che giorni prima avevano fatto da contorno ad un momento d’amore con il marito Salvatore Parolisi. E che in quel momento si trasformavano nel suo incubo peggiore.

Gli ultimi momenti della vita di Melania sono raccolti in dieci pagine: la relazione, sommaria e non ancora definitiva è stata consegnata alla Procura di Ascoli Piceno dal professor Adriano Tagliabracci, il medico legale che ha effettuato l’autopsia.

“È un primo rapporto sommario che necessita di ulteriori approfondimenti” dicono gli investigatori. Emergono, tuttavia, particolari importanti. Sotto le unghie di Carmela, infatti, sono stati rinvenuti terriccio e aghi di pino che saranno ora esaminati nei laboratori dei carabinieri del Ris di Roma. Elementi, questi, che fanno pensare ad una morte per dissanguamento e a quanto Carmela abbia lottato aggrappandosi al terreno, come se fosse la sua ultima speranza di vita. Oltre a confermare che la morte è avvenuta proprio nel bosco di Ripe di Civitella.

Secondo gli investigatori il suo assassino avrebbe avuto anche la possibilità di lavare il sangue di cui si era macchiato. A pochi metri dal chiosco c’è infatti una fontana, al momento sotto esame dal Ris. E mentre il cerchio dei sospettati si stringe, si fanno sempre più forti le voci sulla probabile presenza di un complice.

Sono state rinvenute, inoltre, su un sedile dell’auto di Salvatore Parolisi delle piccole tracce biologiche che potrebbero essere di sangue. “E il sangue” spiega il comandante provinciale dei carabinieri di Ascoli Colonnello Alessandro Patrizio “se ci fosse, potrebbe essere anche di origine animale, non solo umana. Solo il Ris potrà confermarcelo”.

Al momento il colonnello rimane cauto nelle dichiarazioni rilasciate alla stampa, evitando di parlare di svolta nelle indagini. Stiamo lavorando in ogni direzione per vagliare tutte le piste concrete. Compresa la posizione dell’operaio di Folignano, vicino di casa della vittima, che potrebbe essere coinvolto nella vicenda”.

Ed ha aggiunto: “Non posso dire tutto quello che sappiamo sul caso. Ma certo, quello che sappiamo è molto più di quello che sapete voi. Dobbiamo ancora completare il puzzle per chiarire le responsabilità sulla vicenda”.