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Commozione e palloncini bianconeri per l’addio a Gabriele Di Bonaventura

Roseto. L’intera frazione di Cologna Spiaggia si è fermata, oggi pomeriggio alle 15, per salutare l’ultima volta Domenico Di Bonaventura, conosciuto con il nome di Gabriele. L’operaio di 44 anni domenica notte stava viaggiando a bordo del Fiat Doblò aziendale sulla A-14, in direzione Torino per raggiungere un cantiere. Con lui altri due colleghi, Mirco Alessandrini di 35 anni di Centobuchi, deceduto sul colpo assieme al suo capocantiere, e un ventottenne di Porto d’Ascoli rimasto gravemente ferito.

A causare l’incidente, avvenuto all’altezza di Fano, subito dopo l’uscita Ancona Nord, una Citroen C3, condotta da un anziano di Monteprandone, di 67 anni, che viaggiava contromano. Per Gabriele Di Bonanventura, il suo collega e per lo stesso conducente dell’utilitaria non c’è stato nulla da fare. I mezzi si sono accartocciati tra loro ed è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco per liberare i corpi dalle lamiere. Quel tratto di autostrada è rimasto chiuso per oltre 3 ore e nel frattempo sull’incidente ha aperto un’inchiesta della Procura di Ancona.
Oggi Cologna l’ha ricordato accompagnandolo con un corteo dall’abitazione, costruita con genitori dopo tanti sacrifici, in via Defense alla chiesa di San Gabriele dell’Addolorata, a Cologna Spiaggia. “Un ultimo saluto, un’ultima preghiera prima che parta per il suo viaggio verso di Dio”. Con queste parole ha iniziato il rito funebre Don Ennio Di Bonaventura, parroco dell’Annunziata di Giulianova, insieme a lui don Biagio Di Benedetto davanti una folla sconvolta per la morte di Gabriele. Tutto il piazzale antistante la chiesa piena di ragazzi, amici del bar e semplici compaesani. Ricordano il grande animo di Gabriele, 44 anni, da 30 a piegare il ferro subito dopo la scuola media, prima di diventare capocantiere per un’impresa edile che opera nel settore dei grandi appalti. Aveva perso il papà Dino qualche anno fa, mentre lo scorso autunno era venuta a mancare la madre, Maria. Non era sposato e 4 anni fa aveva sconfitto un male difficile, ma era tornato subito a lavoro. Due grandi passioni la caccia e la Juventus. E sul feretro sotto le rose blu e i gigli bianche una sciarpa e un telo bianconero con la scritta: “Magica Juve. Orgoglio bianconero”. Era la passione che condivideva tutti i weekend con gli amici del bar Juventus, dopo una dura settimana di lavoro nei cantieri lontana dalla sua Cologna.
Al termine del rito funebre una cugina con la voce rotta dall’emozione e dal dolore ha letto una lettera commovente, tante parole che nella vita di tutti giorni spesso si dimenticano: “Gabriele sei un grande, ti vogliamo un mondo di bene, continuerai a vivere nei nostri cuori”. Poi prima che il feretro venisse trasportato nel cimitero di Cologna, dove Gabriele riposerà per sempre al fianco della madre e del padre, gli amici hanno liberato delle colombe bianche e hanno mandato in cielo tantissimi palloncini bianconeri. Per portare lassù la passione di tutta la vita.