Alba Adriatica. Un applauso all’uscita del feretro dalla chiesa, poi un ultimo passaggio davanti alla sede municipale, il luogo nel quale era cresciuto da un punto di vista politico ed amministrativo, accompagnato in corteo dai sindaci del comprensorio con tanto di fascia tricolore. Il freddo gelido non ha scoraggiato coloro, ed erano in tanti, che questa mattina, nel giorno del lutto cittadino, hanno tributato l’ultimo saluto a Mario Capece, uno dei dieci sindaci della cinquantennale storia di Alba Adriatica, scomparso nei giorni scorsi a 62 anni (30 dei quali dedicati alla vita politica ed amministrativa).
In tanti si sono stretti al dolore di familiari ed amici (non solo politici ed amministratori, ma anche tanta gente comune) a testimonianza del rispetto e della stima che gli albensi hanno sempre avuto nei confronti di Mario Capece, sindaco e amministratore della cittadina per diversi lustri. In chiesa, al fianco della moglie e del figlio del compianto Mario, c’erano i sindaci del comprensorio (Tortoreto, dove Mario era nato, Martinsicuro, Colonnella, Corropoli, Torano, Sant’Omero), il vice-presidente della Provincia, Renato Rasicci, oltre agli amministratori di oggi e di ieri. Prima dell’ultimo viaggio verso il cimitero, il sindaco di Alba Adriatica, Franchino Giovannelli, particolarmente legato a Capece, ha tracciato un ricordo, toccante, dell’ex collega di partito e di amministrazione. Giovannelli ha accostato il nome di Capece ad un periodo molto importante e florido nel processo di crescita e di sviluppo della cittadina costiera. Capece, infatti, entrato in consiglio comunale per la prima volte nel 1970, dopo essere stato assessore ai lavori pubblici, è stato anche sindaco in due diversi momenti: dal 1981 al 1985 (è stato il più giovane sindaco di Alba) e dal 1990 al 1992.
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