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Teramo, Mons. Seccia augura buon anno alla comunità cinese

Teramo. Si chiama Festa di Primavera, ma da tutti è conosciuto come il capodanno cinese. Una grande festa con la quale cinesi, koreani, mongoli, nepalesi, vietnamiti e giapponesi si riuniscono per due settimane per celebrare uno dei dodici animali che compongono lo Zodiaco cinese.

Secondo la tradizione, infatti, il Buddha aveva chiamato a raccolta tutta la comunità affinché questa gli rendesse omaggio; all’appello risposero solo alcuni animali e, per onorarli, il Buddha concesse ad ognuno di loro la rappresentazione di un anno. Il 2011, appunto, è l’anno del Coniglio, simbolo di lealtà ma anche della tendenza a drammatizzare troppo le situazioni.

 

Il capodanno cinese non riguarda solo l’Oriente, dato che da ieri viene festeggiato anche in molte parti d’Italia nelle quali le comunità asiatiche si sono inserite.

Nella Val Vibrata, ad esempio, migliaia sono i cinesi che hanno deciso di ricreare un nuovo nucleo familiare. Di affascinanti occhi a mandorla se ne incontrano sempre più. E proprio a loro è rivolto l’augurio di Mons. Michele Seccia, Vescovo della Diocesi di Teramo-Atri, particolarmente legato alla comunità cinese, in particolare a seguito del viaggio compiuto nel 2008 proprio in terra asiatica. Proprio in quell’anno, infatti, il Vescovo volle partecipare ai festeggiamenti per i cento anni di padre Quirino De Ascaniis, il missionario di origini giuliesi, trasferitosi in Cina nel lontano 1933.

“A coloro che festeggiano il nuovo anno del calendario lunare cinese” scrive Mons. Seccia nel biglietto d’auguri “auguro un felice anno nuovo, serenità e salute”.

Gli auguri, ovviamente, sono in lingua cinese. Un segno tangibile di unione tra i popoli.