Frode fiscale: sequestrati immobili a Tortoreto e Nereto

sequestro_tortoreto.jpg1Teramo. Sequestrati due immobili, di cui uno in fase di realizzazione, acquisiti con fondi neri. E’ un fronte nuovo quello aperto dalla Guardia di finanza di Teramo (nucleo di polizia tributaria), relativamente a reati di natura fiscale (frode fiscale ed evasione) nella lotta alle attività gestite da imprenditori di nazionalità cinese. Su disposizione del gip del tribunale di Teramo, infatti, le Fiamme Gialle hanno apposto i sigilli a due immobili: uno a Tortoreto (un villino con vista mare, in una zona collinare, in fase di costruzione) e l’altro a Nereto, che fungeva da residenza per cittadini del Sud-Est asiatico.

Il valore degli immobili sequestrati è di circa 1 milione di euro. Il provvedimento cautelare, frutto di una capillare inchiesta dei finanzieri, altro non è che l’applicazione pratica di una specifica norma contemplata nella Finanziaria del 2008, ora applicabile anche ai reati fiscali, che prevede il sequestro (fase preliminare alla successiva confisca) per beni mobili ed immobili per un valore corrispondente dell’imposta evasa. L’inchiesta, che ha coinvolto imprenditori cinesi che gestiscono attività manifatturiere in Vibrata, ha consentito di portare alla luce un collaudato sistema di frode fiscale, perseguita attraverso la costituzione di diverse società (con diversa denominazione ma tutte in qualche modo collegate tra loro). Società tutte operanti nel campo della creazione di capi di finanza_3abbigliamento, intestate in maniera fittizia e terze persone, sempre di etnia cinese. Sistema, questo, come accertato dalla Guardia di Finanza, che consentiva la falsificazione delle transazioni contabili, connesse all’attività delle stesse società, e dei vari documenti fiscali. Nello specifico, si trattava di un sistema utile per aggirare il fisco e che avrebbe consentito di introitare, dal 2002 in poi, ricavi per 13milioni di euro, per un’evasione fiscale (sia Irpef che Iva) per oltre 4milioni di euro. I fondi neri ricavati dalla maxi-evasione, come accertato nel corso dell’indagine, sono stati investiti in attività commerciali in Cina e nell’acquisizione di un patrimonio immobiliare in Italia, ora sottoposto a sequestro. Un analogo provvedimento di sequestro di fabbricati fu adottato nel giugno scorso, quando le Fiamme Gialle apposero i sigilli ad un opificio artigianale con annessa abitazione a Nereto. Nell’occasione furono arrestati due imprenditori cinesi (un terzo è ancora latitante).

 

 

 

 

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