Si è svolto questa mattina, nella Sala dell’Episcopio di Teramo, il tradizionale incontro tra il Vescovo Mons. Michele Seccia e gli operatori della comunicazione sociale, in occasione delle celebrazioni per San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. “Essere giornalisti oggi, tra libertà e responsabilità” è stato il tema approfondito in questa giornata, alla quale hanno partecipato numerosi i protagonisti della stampa locale.
“Libertà e responsabilità” ha detto Boffo “è un binomio classico e irrinunciabile per i giornalisti”. Ma non possono prescindere da altri due fattori chiave per la professione: verità e coscienza. La libertà, dunque, intesa come “impiego pieno di se stessi non condizionato impropriamente dall’esterno e non dimezzato dall’interno”. Responsabilità come “attitudine ad assolvere con decoro il proprio compito”. La verità, poi, che è diversa dall’opinione ed è quella realtà che cerchiamo e raccontiamo. “Oggi purtroppo assistiamo ad una dissoluzione della realtà: conta ciò che diciamo e spesso potrebbe non avere a che fare con il reale. E così tutto diventa interpretazione. Queste sono favole scritte su giornali che si qualificano come fogli di vita reale”.
Secondo Boffo, i guai del giornalismo attuale sono legati al rapporto tra informazione e potere: “un giornalista non può essere grossolano, anche un minuto di più è fondamentale, perché noi non siamo scrittori di fiabe, ma i mediatori tra realtà e lettori. Pignoleria, pazienza, coraggio, umiltà: questo serve nella nostra professione. Dobbiamo spenderci e perderci, costi quel che costi, per dire almeno un po’ di quello che va detto. Anche davanti ai poteri”.
Peccato, però, che sempre più spesso l’informazione è per forza di cose strettamente legata alla “voce del potere”. Lo sanno bene le migliaia di giornalisti precari, che vedono ripagare il proprio lavoro con quelle 2 o 3 euro a pezzo. In questo caso, che fine fa la dignità del giornalista?