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Area di crisi complessa Vibrata-Tronto-Piceno: le proposte degli imprenditori

Un lavoro di cinque mesi che ha portato alla realizzazione di un documento politico, in cui vengono espressi suggerimenti e proposte degli imprenditori da presentare al Gruppo nazionale di coordinamento dell’area di crisi Vibrata-Tronto-Piceno, l’organismo che dovrà redigere i termini dell’Accordo quadro con le Regioni.

Nella riunione dell’Opes (Osservatorio dello sviluppo) svolta questa mattina in Provincia, è stato presentato il documento, frutto di mesi di incontri in cui viene fatto il punto della situazione di avanzamento del progetto.

Esigenze non solo della Vibrata perché la Provincia sta lavorando anche al riconoscimento di un’area di “crisi semplice”. I criteri per la scelta, in questo senso, sono piuttosto stringenti e dettati dal Ministero dello Sviluppo anche se poi a deliberare deve essere la Regione Abruzzo.

Le aree di crisi semplice possono essere scelte fra i “sistemi locali di lavoro” individuati dall’Istat: a Teramo ce ne sono quattro oltre la Vibrata, e sono quelli di Atri-Pineto- Silvi, Giulianova-Mosciano-Roseto-Notaresco-Morro D’oro, Teramo e i Comuni dell’area interna (21 complessivi) e i comuni della Val Fino insieme con Vestina.

“L’unica area che non sfora il criterio demografico è quello di Giulianova”, ha detto il vicepresidente della Regione, Giovanni Lolli presente all’incontro, “non abbiamo ancora deciso anche perché siamo consapevoli dell’impatto anche politico di questa decisione. Se ci sono altre valutazioni fatemele conoscere al più presto”.

“I comuni della Val Fino”, ha spiegato il presidente Renzo Di Sabatino, “rientrano nell’area di crisi semplice dell’area vestina. Stiamo ancora lavorando per verificare margini di flessibilità degli indicatori ministeriali ma è possibile che la Regione scelga Giulianova perché è l’unica area che rispetta gli indicatori individuati”.

Per quanto riguarda la Vibrata entro la fine dell’anno Invitalia, il soggetto attuatore del progetto, bandirà una manifestazione d’interesse per “misurare” l’attenzione e l’interesse delle imprese e a dicembre si dovrebbe firmare l’Accordo quadro con le Regioni e a febbraio dovrebbero uscire i primi bandi.

Al finanziamento del Governo (non ancora quantificato ufficialmente ma che ci si auspica sia sui 20 milioni di euro) si affiancherà quello della Regione Abruzzo che ha stanziato 23 milioni di euro per aree di crisi complesse e semplici. E’ probabile che la Vibrata possa contare su altri 4/5 milioni di euro regionali. Ci sono, infatti, gli aiuti de minimis e i bandi Fesr e le prime misure regionali a sostegno del mondo produttivo riguarderanno ricerca, aree di crisi e credito.

Le difficoltà legate all’accesso al credito, infatti, sono la prima cosa evidenziata dagli imprenditori nel report preparato dalla Provincia, condiviso stamattina dall’Opes e che diventerà un documento ufficiale da inviare a Regione e Coordinamento nazionale area di crisi Vibrata-Tronto-Piceno.

E sul credito “si potrebbe prevedere un progetto pilota incontrando il sistema del credito e i Confidi con un intervento del Fondo centrale di garanzia”, proposta questa emersa nella riunione di oggi che ha riscontrato disponibilità da parte della Regione.

L’altro tasto dolente, per gli imprenditori sono i tempi, sempre troppo lunghi che spesso compromettono la buona riuscita degli interventi. Fra le proposte quella di riconvertire luoghi esistenti, come il centro fieristico di Sant’Egidio, per trasformarlo in un laboratorio di servizi avanzati – marketing, comunicazione, design, internazionalizzazione – che possa essere utilizzato da tutte le imprese. Senza dimenticare formazione, valorizzazione della filiera dell’automotive e di quella del manifatturiero.

“Vogliamo far tesoro di quanto accaduto in altri territori di crisi dove non sempre gli interventi di Invitalia hanno incrociato le esigenze del territorio, evitando le criticità già rilevate” ha concluso Di Sabatino che, anche per valorizzare le risorse all’interno dellOpes (associazioni datoriali, sindacati, istituti di ricerca, università) ha proposto l’istituzione di tavoli di lavori su specifici argomenti.