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Roseto, caso di tubercolosi tra i migranti. Eccessivi allarmismi

Un caso di tubercolosi tra gli extracomunitari ospiti nel residence Felicioni a Roseto. E’ stato accertato nelle ultime ore e in città c’è stato subito chi ha lanciato un grido d’allarme, con il rischio di creare panico tra i residenti e i turisti che affollano la spiaggia rosetana.

Il giovane somalo attualmente è ricoverato all’ospedale di Pescara, mentre i suoi tre compagni di stanza sono stati sottoposti tutti ad accertamenti al pronto soccorso dell’ospedale di Giulianova. E l’esito è stato negativo, per adesso nessun contagio. Ma non è assolutamente il caso di creare allarmismi.

“La tubercolosi non si trasmette con una stretta di mano o con uno starnuto”, spiega Giannina Candelori, esponente della Destra Sociale di Roseto e medico pediatra, “Negli ambienti all’aperto il contagio è praticamente inesistente. E’ nei luoghi chiusi che invece si corre il rischio”.

Al residence Felicioni hanno fatto sapere che tutti i controlli sono stati eseguiti, anche quelli precauzionali. Roseto si è sempre contraddistinta per essere considerata una città solidale. Ma sulla prima accoglienza l’ex assessore alle politiche sociali Alessandro Recchiuti ha da dire la sua.

“Noi abbiamo aderito come amministrazione Pavone alla seconda accoglienza”, ricorda, “mentre per la prima accoglienza, quella eseguita dal residence, abbiamo sempre avuto forti dubbi”. Comunque non tutti in città sono stati favorevoli ad aprire le porte ai rifugiati. Ma per un motivo chiaro.

“Io sono contraria alla politica dell’accoglienza”, ha aggiunto la dottoressa Candelori, “ma non per razzismo, assolutamente no. E’ che ci sono delle carenze evidenti. Viene fatta in modo irregolare e selvaggia. Prima di far entrare i migranti nel nostro Paese andrebbero controllati per bene dal punto di vista sanitario”. A Roseto sono circa 150 gli extracomunitari ospiti del residence nell’ambito del programma di prima accoglienza con un bando della Prefettura. Senegalesi e somali soprattutto.

Tubercolosi migranti a Roseto, Borgatti: ‘evitare allarmismi’

“E’ del tutto superfluo lanciare allarmismi e psicosi di ogni genere, giacché le possibilità di diffusione della malattia sono minime e in ogni caso viviamo in una società con un sistema sanitario all’avanguardia che nulla ha a che spartire con quelli dei paesi in via di sviluppo e che è ben attrezzato per poter contenere e trattare tale patologia nei migliori dei modi. Quanto all’evento in particolare, probabilmente qualche intoppo nei controlli profilattici nel passaggio dai centri di prima accoglienza all’assegnazione della destinazione rosetana deve essersi verificato. L’accoglienza dei migranti e della distribuzione degli stessi dipende esclusivamente dallo stato e non dagli enti locali, va rimarcato però che l’accoglienza non deve essere messa in discussione”.

Lo ha dichiarato l’ex esponente della sinistra rosetana e attivista, Marco Borgatti, precisando che “l’attenzione va focalizzata affinché le verifiche , le predisposizioni legali e sanitarie vengano scrupolosamente osservate da parte di tutti gli organi e le organizzazioni coinvolte affinché fatti di tale natura non si verifichino. La competenza su questa materia è dell’ASL che dovrà decidere le misure opportune da applicare per contenere e risolvere la situazione, comunicando tali disposizioni alle autorità comunali nella persona del sindaco per attuarle. I flussi migratori sono un fenomeno globale che va gestito e che è inevitabile, ci si deve attrezzare adeguatamente ed una cittadina come Roseto non può essere arbitro della geopolitica mondiale. L’episodio verificatosi, quindi, non deve in alcun modo inficiare il concetto di accoglienza e di integrazione di cui il nostro paese è sempre stato alfiere nello scacchiere mediterraneo. La sfida non è guadagnare consensi politici fomentando la paura e proponendo qualcosa di impossibile per un comune e per lo stesso paese Italia. Oggi la sfida è collaborare creando una rete per integrare e rendere partecipi in modo consapevole i migranti. Nascondere i problemi con annunci populisti non risolverà mai il problema ma lo enfatizzerà creando inutili tensioni sociali. A breve con associazioni impegnate su tali questioni proporremo un progetto integrato per far collaborare gli ospiti del Felicioni nella manutenzione del verde pubblico per un miglioramento del reciproco decoro, urbano e umano”.

 

Tubercolosi migranti a Roseto, Fronte Nazionale: ‘i sindaci devono intervenire’

Per il Fronte Nazionale abruzzese “è evidente che i casi di TBC tubercolosi registrati in questi ultimi giorni tra alcuni migranti ospitati in un residence a Roseto degli Abruzzi, rimarchino aspetti importantissimi, sempre sottaciuti dal buonismo e dall’ipocrisia radical chic dei vari ambienti politici”.

“Riteniamo cosa gravissima che i cittadini, di fronte a notizie come questa, non possano affatto fidarsi dei protocolli e delle procedure di accoglienza ritenute garanti della sicurezza e della salute pubblica – dichiara Francesco Bisignani del Fronte Nazionale Giovani Abruzzo – se poi ai controlli sanitari in ingresso, che a questo punto riteniamo presunti, passano casi di TBC rilevabili con normali visite ed esami!”

Secondo Forza Nuova “a lasciare interdetti i cittadini non è solo questo, ma anche il ruolo di responsabilità dei Sindaci nei centri dove i migranti sono ospitati, come nel caso specifico di Roseto degli Abruzzi, nascondendosi dietro l’ipocrisia del nulla o poco si può fare o ancor peggio, dietro i facili populismi elettorali. La legge 267/2000 e l’art.50 T.U. invece parlano chiaro: i Sindaci sono primi tutori di igiene e salute pubblica e nelle loro qualità di ufficiali di Governo, possono adottare provvedimenti contingibili ed urgenti, ovvero misure ‘extra ordinem’ anche non previste dalla legge e quindi a contenuto non predeterminato, con lo scopo e la finalità di reprimere e prevenire pericoli, che minacciano la pubblica incolumità”.

“Visto quanto accaduto a Roseto riteniamo che l’ex Sindaco Pavone, oltre ad avere il preciso diritto-dovere di intervenire per fare rispettare le regole e tutelare la salute pubblica, non si sia accertato della presenza della documentazione sanitaria e non abbia di conseguenza allertato la ASL di competenza – dichiara Paola Fiorà referente locale del Fronte Nazionale Roseto – questo è inaccettabile visto che in diversi centri del nord Italia, Alassio, Savona e Prela per esempio, hanno emesso ordinanze di divieto di dimora, anche occasionale, di persone provenienti da paesi dall’area africana o asiatica se non in previo possesso di regolare certificato sanitario attestante la negatività da malattie infettive e trasmissibili”.

Il Fronte Nazionale Abruzzo ritiene che “i Sindaci possano fare molto in questo ambito e auspica una seria riflessione di tutti i primi cittadini, neoeletti in primis, nei centri dove il problema migranti si trascina da tempo. Intervenire democraticamente non è atto razzista o di solo coraggio, ma è solo dovere nei confronti dei cittadini e della loro tutela”.