Giulianova. È stata fissata per l’11 gennaio una nuova udienza al tribunale di sorveglianza de L’Aquila per discutere la condanna di due anni e un mese di reclusione comminata a Sergio Comastì. Il vucumprà senegalese è stato arrestato lo scorso 8 agosto per una sentenza di condanna per contraffazione di cd del giugno 2006 e da diversi mesi è rinchiuso nel carcere di Castrogno.
Mille firme sono state raccolte nei mesi scorsi per chiedere la liberazione di Sergio, Serh Ndiaye 51 anni senegalese. Il vucumprà sarà difeso, gratuitamente, dall’avvocato giuliese Luca Pepe. Grazie ad un lavoro offerto da un imprenditore locale (un campeggiatore di Giulianova nord) Sergio potrebbe ottenere la libertà, evitando i domiciliar,i ed essere affidato ai servizi sociali.
Il vucumprà senegalese vive da tanti anni in Italia, mentre in Africa ha lasciato tre figli e una moglie. La sua è la storia di molti extracomunitari fatta di sofferenze e difficoltà per concedere una speranza alla famiglia lontana migliaia di chilometri. Sergio non è stato sempre un vucumprà, ha lavorato anche come operaio da Amadori e in diversi campeggi della costa. La comunità giuliese l’ha praticamente adottato e ora spera di poter sentire il 12 gennaio la famosa frase: “Ciao comastì?”. Infatti già si sta organizzando una grande mobilitazione per l’11 gennaio per seguire l’udienza al Tribunale de L’Aquila. Nel frattempo Sergio è in carcere ma felice sia per l’udienza fissata che per la grande dimostrazione di solidarietà di tantissimi giuliesi.