Giulianova. Stato di agitazione per i coltivatori diretti a seguito della riorganizzazione del mercato del giovedì sul Lungomare Zara di Giulianova disposta dall’amministrazione comunale. Lo ha comunicato la Coldiretti Teramo sottolineando non solo il forte disagio arrecato ai produttori nei mercati di Campagna Amica, ma anche la totale mancanza di condivisione di una decisione che coinvolge in realtà molti operatori.
“I coltivatori di Campagna Amica, senza alcun avviso sul riassetto disposto dal Comune, saranno accorpati al tradizionale mercato ortofrutticolo – ha dichiarato Emanuele Cappelli, segretario di zona della Coldiretti proviniciale – e saranno dunque privati dello spazio normalmente dedicato al farmers market in cui sono venduti solo prodotti a chilometro zero. Ovviamente ciò genera non pochi disservizi che penalizzeranno numerosi consumatori fidelizzati tra i quali anche molti anziani”.
Il prossimo 25 novembre, infatti, entrerà in vigore una nuova determina dirigenziale che dispone lo spostamento di altri 13 commercianti ambulanti in piazza Dalmazia e nella piazza ex Golf Bar, in modo da liberare le aree parcheggio all’altezza di via Tahon di Revel e via Bafile. Si tratterebbe tuttavia soltanto di un primo step cui farà seguito la creazione di ulteriori spazi da adibire a parcheggi a tutto svantaggio degli ambulanti.
“Una situazione – fa notare la Coldiretti Teramo – completamente opposta a quella idilliaca che caratterizza invece la città di Pescara, dove, in via Paolucci, il mercato di campagna amica può invece fruire di uno spazio coperto particolarmente agevole. L’impegno per la salvaguardia e la promozione di una produzione genuina e biologica a chilometro zero non può pertanto prescindere da una location adeguata che favorisca un servizio idoneo per i consumatori e, al contempo, uno strumento per agevolare l’incontro tra produttori e consumatori finalizzato portare in tavola prodotti del territorio, di stagione, di qualità e al giusto prezzo. Campagna Amica è infatti parte integrante di un progetto per una filiera agricola tutta italiana controllata dagli agricoltori, ma senza l’adeguato sostegno delle istituzioni, come sta avvenendo a Giulianova, il progetto a livello locale rischia di non avere l’opportuna valorizzazione”.