Milioni di euro che le recenti mareggiate, soprattutto a Cologna, hanno letteralmente spazzato via confermando quanto più volte sostenuto dagli stessi operatori, e cioè che un simile intervento non avrebbe risolto affatto il problema dell’erosione. Il mare in pochi mesi dunque ha riconquistato lo spazio che aveva occupato già l’inverno di un anno fa. E la preoccupazione maggiore è che continua ad avanzare. I pennelli perpendicolari, che avrebbero dovuto trattenere la sabbia prelevata al largo di Ortona e che era stata scaricata nelle zone indicate dagli ingegneri della Regione per il ripascimento morbido, non hanno garantito quel lavoro che ci si aspettava.
La zona centrale del litorale colognese ha praticamente perso tutta quella sabbia che è stata risucchiata verso il largo dalle correnti marine dei giorni scorsi. Laddove questa estate c’era la sabbia ed era possibile passeggiare sul bagnasciuga oggi c’è il mare che è avanzato di almeno una decina di metri. La famosa blocchiera aveva un fronte di arenile di 4-5 metri dopo i lavori di ripascimento. Ebbene oggi quella sabbia non c’è più perché il mare l’ha spazzata via con un paio di mareggiate, neppure tanto forti. Il progetto “Ricama” varato dalla Regione una decina di anni fa per le opere di ripascimento, realizzate peraltro a “macchia di leopardo” in alcune zone della costa abruzzese ha dimostrato di non essere così efficace per combattere il fenomeno dell’erosione.
Gli operatori locali vogliono le barriere rigide, chiedono che le scogliere realizzate 25-30 anni vengano rinforzate, ampliate e allungate. Sono convinti che siano, infatti, l’unica valida soluzione per contrastare il problema dell’erosione. Nel programmare un piano adeguato per la protezione della costa la Regione aveva preso in considerazione anche l’ipotesi di rinforzare le scogliere esistenti. Ma mancherebbero i fondi. E intanto l’arenile in più punti viene inghiottito, soprattutto lungo la fascia costiera teramana.