Stando, infatti, a quanto precisato dai tre, per il regolare svolgimento di un evento di tal genere necessitano due autorizzazioni: una dalla Commissione Pubblico Spettacolo, che ha espresso in merito parere favorevole previo rispetto delle prescrizioni date in materia di sicurezza ed una dall’Ufficio Commercio per la somministrazione di alimenti e bevande.
“La legge regionale n. 11 comma 108” spiegano Confcommercio, Confesercenti e Cna Commercio “prevede che non si possano rilasciare autorizzazioni di somministrazione alimenti e bevande per manifestazioni temporanee per più di sette giorni. Aggirando tale legge l’amministrazione comunale di Teramo era intenzionata a rilasciare autorizzazioni consequenziali a tre soggetti diversi per lo stesso evento. In seguito tale autorizzazione è stata rilasciata solo per sette giorni dal 20 al 26 ottobre compreso. Ci risulta che dal 15 al 19 ottobre l’organizzazione ha operato senza nessuna autorizzazione e che la somministrazione sia avvenuta fino alla data del 31 ottobre”.
Le tre sigle sottolineano, quindi, che la manifestazione sarebbe andata avanti nonostante le ordinanze di divieto di prosecuzione dell’attività emanate dall’amministrazione comunale. Da qui la loro preoccupazione, in quanto si sarebbe creato il cosiddetto “precedente”.
Intanto, le associazioni di categoria ribadiscono anche di essere state sempre favorevoli all’organizzazione degli eventi “in prossimità di casa loro” senza mai sollevare problemi di “lesa maestà”. Anzi, vigileranno affinché le leggi vengano rispettate da tutti “per evitare che il nostro territorio diventi un “far west” commerciale. Ci sentiamo, quindi, autorizzati ad esprimere un giudizio severo nei confronti dell’amministrazione comunale. Restiamo nel frattempo in attesa di un incontro di chiarimento in cui dovranno essere fissati i principi che regolano tutte le iniziative estemporanee del territorio di competenza”.