Teramo, Comitato Giù le mani dal Comunale: la battaglia continua

stadio_teramoTeramo. “Stanno strumentalizzando il nostro dissenso”. E’ quanto sostengono i rappresentanti del Comitato Giù le mani dal Comunale, per niente intenzionati a mettere la parola fine alla loro battaglia in difesa del vecchio stadio comunale di Teramo.

“In questa città” scrivono in una nota “si è registrata una gravissima negazione di sacrosanti diritti, riconosciuti costituzionalmente, che vede tra i protagonisti proprio coloro che dovrebbero, invece, preoccuparsi di rispettare e tutelare l’interesse della comunità. Al contrario, stanno facendo orecchie da mercante, per pure questioni speculative. Il sindaco Maurizio Brucchi e l’apparato massonico che lo guida, arrogandosi chissà quale diritto, continua ad intervenire affinché si vada a destrutturare tale manifestazione popolare, scomoda e fastidiosa al tornaconto di pochi despoti-affaristi presenti in città”.

Si continua a “gettare benzina sul fuoco, con l’intento di generare quel clima di allarme sociale, conveniente a distogliere l’opinione pubblica dalla gravità delle loro scelte e a giustificare forme e interventi repressivi utili a colpire chi ha manifestato, manifesta e manifesterà sempre il proprio libero pensiero, senza se e senza ma. Da mesi ormai, siamo costretti ad assistere ad una chiara opera denigratoria che deve a tutti i costi celare il malaffare istituzionale e incentivare la criminalizzazione di chi invece ha visto vanificare un proprio diritto. Gli stessi protagonisti di tali negazioni, dopo aver voluto creare un solco con la cittadinanza, tramite l’imposizione della convenienza personale ai danni delle esigenze della gente, stanno professando addirittura quell’acre vittimismo, con l’intento di far registrare in città la presenza di chissà quale clima di panico. Avessero piuttosto il coraggio di assumersi le proprie responsabilità dinanzi ai loro prepotenti comportamenti”.

Il Comitato, tuttavia, non ha alcuna intenzione di fermarsi e “lasciare in balia di questi politicanti il destino del nostro stadio Comunale. Il diritto referendario negatoci attraverso un cavillo burocratico non cancella la volontà espressa da 5mila persone. Non ci fermiamo perché siamo nel giusto. In prefettura ci si riempie la bocca con parole come democrazia e rispetto delle istituzioni quando poi non si muove un solo dito per far rispettare l’inviolabile diritto di svolgimento della volontà popolare nella sua più alta espressione democratica, il referendum. A tutti coloro che in questi mesi ci hanno vomitato contro ogni tipo di vile mistificazione, cattiveria, pregiudizio noi rispondiamo da sempre ed a testa alta con fatti concreti; al perbenismo ed ai dogmi del finto moralismo imperanti in questa città noi contrapponiamo la triste realtà che un amministratore onesto e che non aveva nulla da nascondere avrebbe fatto il referendum perché è la volontà popolare a decidere; un amministratore onesto non avrebbe blindato i consigli comunali con la celere; un amministratore onesto non sarebbe stato umiliato in pubblica piazza perché privo di argomenti; un amministratore onesto a Teramo, attualmente, non esiste”.

 

 

 

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