Dopo le polemiche degli ultimi giorni che avevano coinvolto di nuovo il mondo venatorio teramano, con accuse incrociate relative alla mancata trasparenza e ad interessi privati, gli Ambiti territoriali di caccia Vomano e Salinello sono passati ai fatti, depositando questa mattina nella caserma dei Carabinieri di Teramo due querele.
In particolare il presidente dell’Atc Vomano, Franco Porrini, ha chiesto di accertare se ci sia diffamazione ad opera di un delegato del proprio ambito che, negli ultimi due anni, avrebbe presentato numerosi esposti, anche in merito alla gestione fatta dagli Atc. Un finanziamento da 70mila euro con cui è stato pagato il ripopolamento delle lepri, riducendo in maniera sostanziale la convenzione preesistente, sarebbe il motivo alla base dell’ultimo contendere, ma Porrini ha spiegato che, grazie ad una rimodulazione del prezzo, è stato possibile ottenere lo stesso numero e qualità di animali per il ripopolamento ad una cifra decisamente più bassa.
L’altra denuncia, presentata dal presidente dell’Atc Salinello, Francesco Sabini, è nei confronti di un delegato dell’Arcicaccia che avrebbe accusato l’ambito di aver immesso sul territorio degli animali malati. Questa accusa, però, sarebbe stata smentita sia dalle certificazioni di provenienza degli animali, controllati anche prima di essere lasciati nelle zone di ripopolamento e cattura, sia dalla mancata consegna di un esemplare morto all’Atc che avrebbe dovuto poi farlo analizzare all’Izs.
“Non volevamo di certo arrivare a questo”, ha commentato Porrini, “ma negli ultimi due anni abbiamo continuato a subire degli attacchi nocivi e pretestuosi, con esposti tutti archiviati, che ci fanno pensare come forse dietro ci possano essere altri interessi. Di certo, abbiamo cambiato sistema di gestione rispetto al passato e stiamo cogliendo i primi frutti. Ma forse, proprio per questo, stiamo creando problemi a qualcuno”.
“Non siamo presidenti accomodanti”, ha aggiunto Sabini che ha ipotizzato come dietro questi continui attacchi possa esserci una regia, “e possiamo dire con certezza che abbiamo rotto quelle forme clientelari che c’erano fino a non molto tempo fa. Gli interessi che girano intorno al mondo venatorio, tra corsi e appalti per il ripopolamento degli animali, sono alti. Proprio per questo vogliamo agire nel massimo della trasparenza”.