Teramo, Tomaificio Join: i dipendenti scioperano. La proprietà: “momento difficile”

join_esternoTeramo. Da ieri hanno deciso di interrompere l’attività lavorativa, dando inizio ad un presidio all’esterno dell’azienda. Le 26 dipendenti stagionali del Tomaificio Join, nella zona industriale di Sant’Atto, hanno proclamato lo sciopero, “accusando” l’azienda di non avere la liquidità necessaria per pagare gli stipendi.

Alcune di loro lamentano, infatti, il mancato pagamento di una parte degli stipendi risalenti all’anno 2008, oltre al ritardo nella retribuzione di luglio e agosto. “Non è stata una decisione semplice” dicono “ma lo sciopero era l’unica soluzione, non avevamo altre alternative”.

join_internoUn tentativo di accordo, in realtà, c’è stato: l’azienda ha garantito il pagamento di 400 euro per chi fosse tornato al lavoro, assicurando nel contempo la ripresa integrale degli stipendi a partire dal 20 settembre. “Eppure le commesse ci sono” dicono le titolari dell’azienda. “Chiedono certezze per il futuro? Noi glieli diamo: abbiamo 40mila paia di tomaie da realizzare fino a febbraio, cioè fino a fine stagione. Cos’altro possiamo dire? Qui si rischia di chiudere, se non ritornano a lavorare, le prospettive sono queste? Preferiscono qualche centinaia di euro in meno adesso o la perdita definitiva del lavoro?”.

L’azienda, infatti, produce le tomaie per le scarpe per conto terzi, che poi vengono inviate nelle Marche per il montaggio definitivo. “Nei nostri uffici gli assegni da 400 euro sono pronti, ma loro hanno messo un muro, non ne vogliono sapere. Avremmo compreso uno sciopero il 21 settembre, ma questo processo alle intenzioni proprio no. La nostra posizione è semplice: ci sono problemi di liquidità, ma il lavoro c’è, proviamo insieme a risalire la china”.

E a proposito di uno degli striscioni affissi all’esterno, che recita “La schiavitù è stata abolita…aggiornatevi”, precisano: le condizioni lavorative interne non hanno nulla a che fare con la schiavitù. Siamo state dipendenti anche noi e sappiamo bene cosa significa”. Intanto fuori la protesta continua: le dipendenti non lasceranno il presidio fino al prossimo 8 settembre.

Marina Serra



 

 

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