Mosciano. 82 operai, 70 fissi e 12 stagionali, senza stipendio da oltre due mesi. Sono i lavoratori della Gis Gelati del commendator Pietro Scibilia, i cui capannoni si trovano nella zona industriale di Mosciano. Le maestranze attendono da tempo delle risposte dalla proprietà, mentre l’attività all’interno dell’azienda, una delle più note in Italia nella produzione di gelati, è praticamente ferma.
I lavoratori hanno incrociato le braccia al rientro della settimana di fermo per ferie. Vogliono sapere quale sarà il loro futuro, che al momento appare incerto. Tre settimane fa la prima denuncia da parte degli operai sulle difficoltà dell’azienda nel garantire gli emolumenti. Ma da allora la situazione non è affatto migliorata. “Nulla si è sbloccato anche dopo la settimana di fermo per ferie”, dicono i lavoratori, “Siamo rientrati lunedì mattina ma non ci va di lavorare perché pretendiamo un incontro col commendator Scibilia per appurare quante settimane ancora saremo a pane e acqua. Non ci fidiamo del sindacato che dice e non dice, anzi si lamenta addirittura di noi almeno stando ad alcune dichiarazioni di esponenti sindacali. Qui la faccenda è molto seria perché la Gis rischia di chiudere del tutto. Non siamo solo noi lavoratori a vantare crediti. Ci sono anche altre aziende come l’Enel che potrebbe procedere con il distacco dell’energia elettrica bloccando l’intera macchina aziendale”.
Gli operai sono preoccupati e ritengono che la vicenda giudiziaria che ha coinvolto il genero del commendator Scibilia, Antonio Oliveri, possa aver avuto un contraccolpo notevole sulle attività dell’intera azienda di famiglia. “Infatti”, concludono i lavoratori, “non capiamo perché il frutto della nostra produzione sia stato trasferito alla olearia che ha i conti bloccati. Perché poi un giudice non svincola quella parte di nostra pertinenza. Il tutto è documentabile con gli accrediti bancari delle ditte a cui abbiamo fornito i gelati. Insomma non possiamo stare tre mesi senza salario e non capiamo quali forme di lotta vuole portare avanti la Cgil che peraltro conta pochi iscritti. Vogliamo anche un intervento della Provincia che alza sempre la voce quando ci sono aziende in crisi. Nel nostro caso, però, c’è un silenzio assordante”.