Giulianova è assurta agli onori della cronaca, negli anni passati, per la particolare solerzia nelle potature del proprio patrimonio arboreo, tanto che anche il WWF, lo scorso anno, stigmatizzò il comportamento dell’amministrazione che, nonostante si sia dotata di un regolamento del verde – dove si stabilisce, secondo la buona regola dell’arte, di eseguire interventi minimali e solo in caso di necessità – continui ad intervenire senza alcun criterio comprensibile, tagliando indiscriminatamente, per tutto l’anno (con grave danno all’avifauna e alle piante stesso, in questo periodo), i rami di ogni albero che abbia la disavventura di trovarsi nel territorio comunale.
Le fotografie mostrano pini letteralmente “spiumati”, tamerici capitozzate, platani moribondi. Nessuna parte del territorio comunale è esente dalla furia potatoria del comune: dal lungomare (dove le piante messe a dimora da appena un paio d’anni sono già morte o moribonde, mentre quelle più vecchie rischiano di fare la stessa fine), alla statale 16, dove i cipressi ridotti a pali, senza più ombra di fogliame, sono il biglietto da visita turistico per la città.
Palme decimate dal punteruolo rosso e altre specie massacrate dalla mano pesante dell’uomo, il futuro della città, da verde, sembra destinato al nero e al grigio, dell’asfalto e del cemento, elementi sempre più presenti nella cittadina adriatica dove, evidentemente, si aggira qualche pseudo esperto che pensa che “tagliare è bello”, con buona pace di regolamenti, piani del verde, norme e pratiche scientifiche.
Giriamo la segnalazione all’Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali e agli albi di periti agrari e agrotecnici per un parere autorevole e perché facciano rinsavire l’amministrazione, prima che sia troppo tardi.