E’ stata avanzata dagli stessi Enti soci per due ragioni: la prima è che i 6 Comune pagano ogni anno una somma per ottenere servizi che non vengono erogati visto che la nuova discarica è sequestrata e non può essere utilizzata.
La seconda, che poi rappresenta la goccia che ha fatto traboccare il vaso, è la decisione presa dai tre membri del CdA di dividersi 16mila euro, ovvero il 30 per cento del compenso per l’anno 2014, nonostante in origine le cariche fossero a titolo gratuito.
Con un atto interno, a seguito di riunione di assemblea, il CdA ha proceduto con il riconoscimento dei compensi mandando su tutte le furie il sindaco di Silvi Francesco Comignani.
“Sono stato contattato da persone”, ha sottolineato il primo cittadino, “che non avevano partecipato al bando per il CdA del Consorzio in quanto non erano previsti emolumenti. Oggi invece apprendiamo che è stato deliberato un compenso, seppur pari al 30 per cento, da ripartire tra i tre componenti. Questo non va affatto bene”.
Per il sindaco di Castilenti, Alberto Giuliani, la Corte dei Conti per simili casi ha già espresso in passato dei pareri. “Io sono d’accordo sul fatto che chi svolge un lavoro o ricopre un incarico debba essere retribuito”, ha puntualizzato, “ma non è certo questo il modo di agire. E poi la Corte dei Conti deve esprimersi in merito”.
Sul Consorzio Piomba-Fino gravano comunque diverse considerazioni al momento negative. “Noi paghiamo delle somme”, ha spiegato Vito Partipilo, vice sindaco di Silvi, “per non ottenere alcun servizio. Nel nostro caso, le somme che dobbiamo prevedere in bilancio ogni anno oscillano tra i 180 e i 200 mila euro. A questo punto chiediamo l’immediato commissariamento”. Contestata anche la nomina del direttore Carla Carpegna. Si tratterebbe di una nomina politica e non tecnica.
Insomma, secondo alcuni il Consorzio non ha motivo di continuare ad esistere. Ma i sei Enti consorziati dovranno continuare a versare somme sino al 2020. E’ il vincolo previsto per consentire alla vecchia discarica di esaurire completamente lo smaltimento del percolato, ovvero i liquidi prodotti dai rifiuti interrati.