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Teramo, la Uilca propone un “daspo” per gli amministratori delle banche in dissesto

“La notizia dell’invio a 28 lavoratrici e lavoratori di Tercas di avvisi di garanzia per reati come truffa, concorso di più persone, reato continuato e aggravanti generiche, è estremamente preoccupante e apre scenari di grande inquietudine, per la ricaduta sui dipendenti delle conseguenze di attività commerciali volute dai vertici delle banche”.

Per la segreteria nazionale Uilca il fatto che la magistratura abbia coinvolto i singoli dipendenti in una vicenda così scottante nella quale spesso i lavoratori sono anch’essi parte lesa in quanto “costretti” a subire le direttive aziendali, è necessario che le aziende facciano la loro parte e si trovino delle soluzioni di settore in accordo con l’Abi.

“Ho piu? volte dichiarato”, afferma il segretario generale Uilca Massimo Masi, “che le responsabilita? per prassi improprie di certe banche, in particolare quelle che oggi si trovano in maggiore difficolta?, sono da trovare nelle governance e nei top management, che hanno spinto i lavoratori a vendere prodotti degli stessi istituti con pressioni commerciali vessatorie e continuate. Da qui la nostra proposta di un daspo per questi amministratori. Se nel tempo quei prodotti sono risultati inadeguati o pericolosi, a seguito di un andamento negativo delle banche per errate scelte manageriali, non puo? essere responsabilita? dei dipendenti, che spesso, tra l’altro, ne erano loro stessi sottoscrittori”.

Le tutele previste nel contratto nazionale di settore, infatti, potrebbero non bastare visto che vi ci potrebbe appellare solo al termine di eventuali percorsi giudiziari, con un risarcimento solo in caso di conclusione positiva della vicenda.

“Non e? un caso che abbiamo chiesto piu? volte alle 4 banche interessate al decreto salva banche di intervenire rapidamente”, puntualizza Masi, “e di dare ristoro ai dipendenti che saranno eventualmente interessati da azioni giudiziarie”.

Per la segreteria nazionale Uilca, dunque, è necessario avviare subito un confronto con l’Abi per trovare soluzioni in grado di garantire i lavoratori delle banche in termini civili, patrimoniali e penali, con anche uno specifico riferimento alle sanzioni disciplinari, che oggi potrebbero scattare nei confronti dei dipendenti coinvolti da indagini, fino, in caso di condanna, al licenziamento.

“I lavoratori bancari”, conclude Masi, “si trovano coinvolti in vicende che riguardano tutto il sistema del credito italiano e sono causate dalla gestione delle banche, pertanto servono soluzioni di settore e Abi deve dimostrarsi pronta a prendere atto di quanto sta accadendo e a concordare con le Organizzazioni Sindacali adeguate tutele per chi nelle banche opera tutti i giorni e si trova spesso di fronte a una clientela delusa per scelte effettuate da vertici che devono assumersi le loro responsabilita?.”