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Mosciano, ragazza 20enne muore in sala operatoria. Aperta inchiesta

Mosciano. Aveva un sogno Monica: alzarsi dalla sedia e rotelle e camminare, finalmente dopo anni di immobilità e tanti interventi chirurgici. L’ennesima operazione, la più banale di quelle sopportati negli ultimi anni (un allungamento dei tendini delle gambe), però, è risultata fatale. Monica Di Pasquale, studentessa 20enne di Mosciano, dalla sala operatoria del Cto di Milano, è uscita cadavere.

 

 

Una vicenda dolorosa per i familiari, ma che presenta diversi punti ancora da chiarire, visto che sulla vicenda la magistratura meneghina ha aperto un fascicolo d’inchiesta, dopo la denuncia presentata dai genitori di Monica Di Pasquale. Se si tratta di un caso di malsanità, sarà la magistratura a dirlo, ma ora i familiari della giovane vogliono chiarezza. La triste vicenda si è verificata lo scorso 19 luglio, nella sala operatoria del Cto di Milano, dove la giovane era stata ricoverata per essere sottoposta ad un banale intervento chirurgico. La giovane entra in sala operatoria alle 8. Qualcosa nell’operazione, però, non va per il verso giusto, visto che nascono delle complicazioni e la madre della giovane (Lucia Magnarelli che è fuori dalla sala operatoria), capisce che qualcosa non va. “ Poco dopo le 9” racconta la donna con grande dignità, “ il primario esce dalla sala operatoria e mi dice che ora devono solo programmare per la fisioterapia. Ma passa altro tempo e alle 11.30 mi rendo conto che mia figlia non è ancora uscita dalla sala operatoria”. A quel punto la situazione sembra essere precipitata: un medico dice alla madre che Monica ha avuto un edema polmonare e la stanno rianimando. “ Mi fanno entrare dentro e vedo che non c’è un defibrillatore, e il personale medico sta cercando di rianimare manualmente mia figlia. Poi un particolare mi lascia interdetta: a Monica hanno chiuso gli occhi con dei cerotti. Perché?”. Alla donna non viene detto che oramai che il cuore di Monica ha cessato di battere, e la cosa indirettamente la intuisce solo attorno alle 15, quando sente dire tra i medici che deve essere chiamato il prete. Forse Monica era morta già prima. Nel frattempo, la direzione dell’ospedale decide di fare un’autopsia sul corpo della sfortunata ragazza, cosa che viene fatta due giorni dopo. Qualcosa nella ricostruzione fatta dall’ospedale (i medici parlano anche di un fibrosi polmonare, che però non risulterebbe dalle precedenti radiografie), spinge i genitori di Monica a sporgere denuncia e la procura apre un’inchiesta sulla vicenda. “ Non vogliamo accusare nessuno” prosegue la signora Lucia, “ ma lotterò fino alla fine per avere giustizia. Sono tanti gli interrogativi ai quali bisogna dare delle risposte, dal fatto che la terapia alla quale Monica si sottoponeva, era stata interrotta troppo in anticipo rispetto all’intervento, cosa che all’ospedale di Genova (dove la ragazza si era sottoposta a varie operazioni, ndr) non era mai accaduto. Tante cose non sono andate per il verso giusto e ho notato tanta superficialità. Per questo vogliamo combattere per conoscere la verità”.Intanto su Facebook è nato un gruppo dedicato “Giustizia e verità per Monica Di Pasquale”, che conta centinaia di iscritti.