Pompizi ha parlato a 360 gradi di quelle che sono le problematiche della Vibrata, fino a qualche tempo fa, considerata la Valle dell’Eden per l’economia locale.
“Ad oggi si contano, invece, circa 8mila disoccupati, in gran parte giovani. Ritengo che non sia stato fatto tutto il possibile e per questo abbiamo deciso di convocare un tavolo con le istituzioni, per avere risposte alle continue chiusure aziendali che ci sono ogni giorno. La soluzione non può essere la cassa integrazione che, così come viene utilizzata oggi, rappresenta solo una forma di assistenzialismo, quando invece dovrebbe essere una tutela per il lavoratore in attesa del reinserimento lavorativo. La Regione ha il dovere di dare delle risposte”.
Il rilancio economico, secondo Pompizi, dovrebbe partire dal turismo, vero punto di forza della Vibrata, stretta tra il mare e la montagna. “Tempo fa” aggiunge “avevamo presentato una scheda Fas di 12milioni di euro per il risanamento del fiume Vibrata, ma ad oggi questa scheda non è ancora stata esaminata dalla Regione. Questo è il fiume più inquinato e stiamo dando una pessima immagine ai turisti. Evidentemente qualcuno non ha preso coscienza del problema”.
E poi, ancora, la questione sicurezza. I dodici comuni della Val Vibrata registrano un’alta percentuale di immigrazione, a cui spesso, si accompagnano fenomeni legati allo spaccio di droga ed alla piccola criminalità. “La nostra proposta è quella di mettere insieme le forze creando un unico posto di polizia locale. Sarebbe un modo per coordinare meglio il personale (alcuni comuni hanno a disposizione un solo vigile urbano, ndr) e ottimizzare le risorse”.
Pompizi si è soffermato poi sulla questione sanità, esprimendo la sua grande insoddisfazione nei confronti dell’operato del direttore generale della Asl, Mario Molinari, e del suo staff.
“Hanno declassato la sanità teramana” ha detto senza usare mezzi termini. “Ho chiesto inutilmente al presidente del Comitato ristretto dei sindaci, Maurizio Brucchi, di aprire un tavolo per la verifica degli obiettivi che Molinari avrebbe dovuto raggiungere in 3 mesi, ma che in realtà non ha raggiunto in 3 anni. Sono determinato a chiedere il rimborso dei danni che le strutture sanitarie del territorio hanno subito in questi anni per colpa di una cattiva gestione. Chiederemo conto a Molinari e ai suoi strateghi”.
Sul Piano Sanitario Regionale, infine, ha precisato che “in Regione non sono riusciti a spiegare che la sanità teramana non va toccata, ma tutelata, considerata che in questa provincia esistono solo strutture pubbliche e la sanità non è in mano ai gruppi potere.
Marina Serra