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Parto ad Atri, la Asl: “Nascite in pronto soccorso possono accadere”

Dopo la vicenda del parto all’ospedale di Atri, avvenuto in seguito alla chiusura del punto nascita, la Asl puntualizza alcuni aspetti.

“Nel pronto soccorso di Atri esistono tutte le condizioni per la sicurezza dei pazienti a prescindere dalla presenza dell’unita operativa di ostetricia come peraltro accade in tutti i pronto soccorso d’Italia inseriti in presidi ospedalieri privi di punto nascita – afferma l’Azienda Sanitaria – Proprio la situazione di Atri ha dimostrato l’efficienza del sistema organizzativo della azienda che ha comunque concluso con successo tutta l’operazione. Le emergenze urgenze di tipo ostetrico sono affrontate nel Pronto soccorso di Atri in modo non difforme da ogni altra tipologia di patologia attraverso la valutazione delle condizioni della madre secondo l’approccio scientifico internazionale”.

“Il trasferimento della partoriente – prosegue la nota – non è un evento insolito ma è normato in Italia attraverso protocolli dedicati e pianificati a diversi livelli a seconda delle diverse realtà regionali, in particolare quando si tratta di un pronto soccorso di un presidio in cui non è presente l’Ostetricia. La donna si presenta in “non imminenza di parto”: il medico del pronto soccorso a seconda delle condizioni cliniche della donna attiva o meno il servizio medicalizzato del S.E.T. 118 per trasferire la gravida nel punto nascita più vicino. Oppure può capitare che la donna si presenta in fase espulsiva – “imminenza di parto”: il medico del pronto soccorso provvederà all’assistenza del parto e contestualmente del trasporto neonatale attuando le procedure previste. Il rianimatore presente provvederà, se necessario, alla stabilizzazione delle condizioni cardiorespiratorie del neonato nel presidio di Atri.

Per far fronte alle emergenze, è prevista una “presenza fissa di Ambulanza STAM presso il Presidio Ospedaliero di Atri. L’ambulanza è attrezzata anche per il trasporto in termoculla (presente presso la Pediatria di ATRI). C’è anche la presenza di Mezzo di Soccorso Avanzato a garanzia dei trasferimenti tempodipendenti . In questo contesto pur essendo disponibile e presente sia l’ambulanza per il trasporto “in utero” STAM e sia il mezzo di soccorso normale, i medici presenti hanno ritenuto, secondo la propria esperienza e competenza, di non utilizzare il trasporto disponibile, ma di effettuare il parto in ospedale. Il parto è avvenuto comunque in condizioni di sicurezza superiori alla media (due ginecologi un’ostetrica, rianimatori e medico di PS) e nonostante una situazione di urgenza non assolutamente evidente, atteso che il parto stesso c’è stato dopo oltre quattro ore dall’accesso in pronto soccorso e quindi secondo tempi assolutamente compatibili con il trasferimento presso un ospedale con punto nascita attraverso l’utilizzo di tutti i mezzi presenti e specificamente dedicati. I parti in pronto soccorso, per quanto costituiscono una situazione atipica, sono sempre avvenuti sull’intero territorio nazionale”.