Mosciano, chiusura Phard: la Provincia ci riprova

phardMosciano Sant’Angelo. Un ultimo tentativo per scongiurare la chiusura definitiva dello stabilimento della Phard a Mosciano. La Provincia di Teramo, nella persona dell’assessore alle attività produttive Ezio Vannucci, ha convocato un incontro con i rappresentanti industriali, che si riunirà giovedì 29 luglio alle ore 16.30 nelle sede provinciale di via Taraschi.

Alla riunione parteciperà anche il presidente Valter Catarra, l’assessore regionale al Lavoro Paolo Gatti e l’assessore provinciale Eva Guardiani.

“Ci eravamo impegnati con i sindacati e anche con le maestranze ad allargare il tavolo di confronto” ha detto Vannucci “nell’auspicio che possano essere messe in campo riflessioni e condizioni tali da far rivedere le posizioni della proprietà e ci siamo subito attivati garantendo la massima copertura istituzionale”.

Lo scorso 22 luglio, l’assessore aveva già incontrato l’azienda e i sindacati e, di fronte alla posizione netta della proprietà, aveva raccolto la richiesta dei rappresentanti dei lavoratori di esperire un nuovo tentativo coinvolgendo i diversi livelli istituzionali.

La Phard, una delle principali aziende italiane nel settore della moda giovane, ha confermato la sua intenzione di chiudere lo stabilimento di Mosciano Sant’Angelo per trasferire tutte le fasi della lavorazione nel sito produttivo di Nola, in Campania.

All’origine della scelta, ci sarebbe la “necessità di ridurre le spese e di riorganizzare i processi produttivi per fare fronte all’andamento del mercato”. Una posizione non condivisa dai sindacati e tanto meno dei lavoratori che la settimana scorsa hanno manifestato davanti alla fabbrica  e alla Provincia.

Intanto si è in attesa di conoscere l’esito della domanda di cassa integrazione per  80 degli oltre 100 dipendenti dello stabilimento di Mosciano (12 mesi a partire da aprile scorso, data di presentazione della richiesta al Ministero del Lavoro), mentre l’azienda si è detta “disponibile a favorire il trasferimento di circa una trentina di lavoratori a Nola” attraverso un contributo alle spese di vitto e alloggio.

 

 

 

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