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Martinsicuro, vicenda Veco: spiragli per salvare l’azienda

Uno spiraglio, accompagnato da un cauto ottimismo, utile per far ripartire l’attività produttiva alla Veco di Martinsicuro.

 

E’ stata una giornata lunga, estenuante, quella di oggi nel contesto della vicenda Veco, la storica fonderia di Martinsicuro che rischia la chiusura. A Pescara, negli uffici della Regione, la conferenza dei servizi è durata quasi 10 ore. Un confronto dettagliato sulla vicenda, tra i vari attori interessati (istituzionali e tecnici, oltre alla proprietà), molto tecnico, al culmine del quale è stato individuato un percorso finalizzato a rimuovere gli ostacoli.

 

 

Regione (settore qualità dell’aria), Arta e proprietà della fonderia, hanno condiviso un percorso, con relative tempistiche, per adempiere ad alcune prescrizioni. L’obiettivo è quello di ottenere l’autorizzazione Aia e tracciare un sentiero utile per consentire la ripresa delle attività nel medio periodo. Da parte dei lavoratori e delle sigle sindacali affiora una dose di ottimismo, anche se poi tutto il percorso va definito.

 

 

 

A Pescara era presente anche il sindaco Paolo Camaioni (accompagnato dal vicesindaco con delega all’urbanistica, Debora Vallese e dal consigliere delegato all’ambiente, Silvano Lupacchini).

“Il Comune di Martinsicuro”, sottolinea il sindaco, “ha ribadito la sua disponibilità alla soluzione della vicenda in tempi brevi, compatibilmente con le norme di legge e tenendo conto soprattutto della portata occupazionale della vicenda e del rispetto dell’ambiente. Auspichiamo soluzioni rapide e condivise nell’interesse di tutti, manifestando fin d’ora un cauto ottimismo per la chiusura positiva della Conferenza dei Servizi.

 

Sulla scorta di quanto emerso commenta Giampiero Dozzi, della Fiom Cgil – abbiamo concordato un incontro con l’azienda da tenersi quanto prima per una valutazione sulla reale consistenza degli interventi e le relative tempistiche, anche per le ricadute immediate sul futuro del personale”. Attualmente, infatti, sono una decina i lavoratori in mobilita’ ma se i tempi dovessero allungarsi la procedura interesserebbe tutto il personale. “Cercheremo di gestire problema senza prevedere licenziamenti per un certo numero di giorni – continua Dozzi – certo se i tempi dovessero allungarsi ad un mese o più si andrà al licenziamento e alla successiva riassunzione se ce ne saranno le condizioni”.