Teramo, comunità montane: i timori della Vomano-Fino

Rasicci_RenatoTeramo. Il taglio delle Comunità Montane abruzzesi (da 19 a 11 in base ai criteri fissati dalla Finanziaria) sta ponendo una serie di problemi ai Comuni dell’ambito sociale del Vomano-Fino: primo fra tutti la sospensione o il mal funzionamento dei servizi sociali attualmente gestiti in forma associata.

Per rappresentare i disagi e i problemi che stanno ricadendo sui cittadini in questa fase di incertezza, i rappresentanti dei Comuni appartenenti alla Comunità Montana del Vomano Fino Piomba, che in base alle indicazioni regionali sarà soppressa, hanno incontrato il vicepresidente della Provincia Renato Rasicci, il quale ha già fissato un appuntamento con l’assessore regionale alle Riforme istituzionali Carlo Masci per il prossimo 7 luglio.

All’incontro hanno partecipato Catiuscia Cacciatore, assessore del Comune di Arsita,  Alfredo Tiberi, funzionario del Comune di Basciano, Grazia Di Pietro, assessore del Comune di Bisenti,  Viviana Planamente, assessore del Comune di Canzano, Giuseppe Forti, assessore del Comune di Castellalto,  Danilo Crescia, sindaco del Comune di Castiglione Messer Raimondo, Guerino Cilli, sindaco del Comune di Castilenti, Gaetano Zaini, sindaco del Comune di Cellino Attanasio, Franco Scipione, consigliere del Comune di Cermignano, Vanda Castagna, consigliere del Comune di Montefino, Antonio Fabri, sindaco del Comune di Penna S.  Andrea. Per la Provincia, invece, erano presenti la dirigente del settore Politiche sociali Renata Durante e la responsabile dei servizi sociali Cristina Di Baldassarre.

Nel corso della riunione è emerso che questi Comuni, perdendo il requisito di comuni montani non potranno più godere dei trasferimenti relativi al Fondo per la montagna mentre già ora, proprio per l’esiguità delle risorse a disposizione, si sono accumulati mesi di ritardo nei pagamenti degli operatori dei servizi.

I Comuni, inoltre, temono di vedersi “smembrare” l’Ente d’ambito sociale e di doversi accorpare, secondo una proposta già avanzata dall’assessore regionale alla sanità Lanfranco Venturoni, con il Costa sud 1  e con Ambito Laga, mentre ritengono sia molto più logico far coincidere gli enti d’ambito con una “effettiva omogeneità territoriale” così come accade attualmente, considerato che si tratta di Comuni legati da un decennio di collaborazione e di gestione unitaria dei servizi sociali.

“Qui non si tratta di mettere in discussione la revisione delle Comunità montane” ha detto Rasicci “quanto di capire in che modo, con quale organizzazione e con quali risorse si continueranno a garantire servizi essenziali già oggi messi a dura prova da un depauperamento avvenuto lentamente negli anni. Credo, quindi, che ogni ipotesi di riforma debba passare attraverso il dialogo con gli enti locali. Per questo incontreremo l’assessore Carlo Masci al quale rappresenteremo quanto sta accadendo”.

La riunione è stata l’occasione, infine, per illustrare la situazione molto critica dei servizi socio-sanitari nei territori dell’area interna ormai privi del Consultorio Familiare e della Riabilitazione Fisioterapica.

 

 

 

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