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Campli, una casa famiglia nel convento dei Cappuccini

Da alcuni anni ci si chiede quale sarà il destino del convento dei Cappuccini a Campli, soprattutto da quando padre Luigi Tucceri è stato trasferito a L’Aquila nel febbraio 2014.

 

 

Intanto da alcuni anni la presenza dell’Ordine Francescano Secolare a Campli si è fatta più significativa assicurando la continuità della spiritualità francescana mediante gli incontri periodici di preghiera e di formazione, la celebrazione annuale della festa di San Francesco e l’iniziativa bella del presepe vivente, giunta quest’anno alla sesta edizione.
Non è un caso che proprio domenica 27 dicembre, festa della santa famiglia di Nazareth, data di apertura del presepe vivente, sia stata comunicata ai fedeli la notizia sulla futura destinazione del Convento.

 

 
La data è indubbiamente simbolica, poiché il convento diventerà “Casa Famiglia” per quanti non ne hanno una propria. Ospiti di eccezione sono stati i coniugi Bruni appartenenti all’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII con i loro sette figli adottivi. Il momento centrale dell’incontro di domenica pomeriggio è stato il racconto della famiglia Bruni dinanzi all’assemblea che gremiva la chiesa conventuale dei Cappuccini. Nulla di più convincente della loro testimonianza e presenza.

 

 
“Casa Famiglia Manuela”, nasce a Grottammare (AP) nel 1998 da Gioacchino e Claudia, una coppia di sposi di San Benedetto del Tronto, che hanno scelto di seguire Gesù povero, servo e sofferente nella Comunità Papa Giovanni XXIII (Associazione internazionale privata di fedeli laici di diritto pontificio), fondata da don Oreste Benzi.
Il nucleo stabile della famiglia è formato da Gioacchino e Claudia, poi da Silvio, il primo figlio adottato, accolto all’età di sei anni con una sindrome feto alcolica (oggi ne ha 27); Marco, accolto a sei mesi di vita idrocefalo, epilettico, affetto da tetraparesi spastica (oggi ha 19 anni); Valerio, accolto a tre mesi e completamente allettato, cieco, malato di tetraparesi, idrocefalo senza derivazione, epilettico, portatore di peg (oggi ha 10 anni); infine Sebastiana, giunta all’età di un anno e mezzo, sana come un pesce, ma con una dolorosa storia di abbandono alle spalle: oggi ha quasi 8 anni.
Oltre i figli adottati ci sono:
Dijana, una ragazza di origini croate con una tetraparesi spastica muta e immobile, epilettica e idrocefala. È nata a Spalato durante la guerra nei Balcani ed è giunta in Casa Famiglia all’età di 6 anni. Oggi ne ha 23.
Ibrahim, un ragazzo rom giunto 10 anni fa insieme ai suoi due fratelli, i quali vivono attualmente in altre Comunità. Ibrahim oggi ha 19 anni.
Raffaele, un ragazzo pugliese di 15 anni, giunto 4 anni fa, con ritardo mentale, ma soprattutto con una lunga lista di abbandoni alle spalle che gli hanno segnato gravemente la vita.
I ragazzi frequentano regolarmente la scuola, tranne Valerio che riceve lezioni a domicilio, mentre i grandi sono impegnati in cooperative e centri diurni che si spera possano trovare continuità anche a Campli.
In questo modo, i cappuccini – presenti da ben 435 anni a Campli dal 1579 al 2014 -, passano il testimone alla “Casa Famiglia Manuela” perché quel luogo benedetto continui a narrare con la dedizione ai più piccoli la vita buona del Vangelo.
L’iniziativa intrapresa dai frati Cappuccini è stata condivisa e appoggiata già sul nascere dal Vescovo Michele Seccia, con l’intento unanime di dare un contenuto concreto al Giubileo straordinario della Misericordia indetto da papa Francesco. Va giustamente sottolineato che la risposta all’iniziativa da parte dell’Ordine francescano secolare, dei parroci di Piancarani e di Campli, è stato unanime, compresa la compagine amministrativa locale. Questo fa ben sperare che, di là del rito mediante il quale il Vescovo Seccia ha spalancato la porta della Misericordia nel duomo di Campli il 20 dicembre scorso, le porte dei cuori dei camplesi siano sintonizzate con papa Francesco che invita a vivere la misericordia ricevuta come esperienza da condividere con gli altri.