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Teramo, Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano: più sicurezza in bici

Teramo. L’incidente che questa mattina è costato la vita ad un ciclista sulla S.S. 16, nei pressi dell’abitato di Villa Pozzoni di Giulianova, riporta drammaticamente alla luce il problema mai risolto della sicurezza di chi sceglie la bicicletta come mezzo di trasporto o di svago.

Le problematiche legate alla mobilità ciclistica hanno bisogno di una risoluzione immediata, come sostiene il CiclAT – Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano.

“Occorrono interventi strutturali a livello regionale” sottolinea il CicIAT “e, dopo il drammatico avvenimento di domenica mattina, è ancora più urgente che la Regione approvi la proposta di legge regionale sulla mobilità ciclistica che obbligherebbe i Comuni e gli altri Enti al rispetto dell’art. 10 della Legge 366/1998, trasfuso poi nel codice della strada (artt. 13 e 14 del D.Lgs. 285/92 e s.m.i.), che prevede l’obbligo, per le strade di nuova costruzione o in caso di manutenzione straordinaria delle strade stesse, della realizzazione di percorsi ciclopedonali adiacenti la sede stradale”.

Nella Provincia di Teramo, l’unica opera che rispettava la legge, la rotonda sulla statale 16, pur progettata con corsie ciclabili separate, è stata modificata eliminando i percorsi protetti per i ciclisti. “L’assurdo” prosegue la nota “è che anche l’ultima rotatoria realizzata da Anas e Provincia, sempre sulla statale 16, nel territorio di Martinsicuro, pur vicinissima al nuovo ponte tra Marche e Abruzzo, che, per ora, prevede una corsia riservata alle biciclette, non è realizzata a norma e l’incidente occorso ad un ciclista poche ore prima dell’inaugurazione, fortunatamente senza gravi conseguenze, ne è la  testimonianza”.

Il Coordinamento chiede, dunque, a tutti gli Enti di impegnarsi seriamente, al di là di facili spot propagandistici, ad una politica integrata a favore della mobilità ciclistica, “tenuto conto anche dei risvolti turistici che l’uso della bicicletta ha sul territorio, visto che numerosi alberghi della costa pubblicizzano le loro strutture proponendo itinerari ciclabili su strade poco sicure prive di ogni percorso riservato per i ciclisti. Una brutta figura a livello nazionale e internazionale per  Provincia e Regione, che si fregiano di vari marchi prestigiosi e di effetto (Costa Blu, Costa dei Parchi, Regione verde d’Europa, ecc.) ma che, alla resa dei conti, dimostrano una carenza di programmazione a dir poco imbarazzante. Speriamo che l’ennesima morte, che può considerarsi annunciata, apra gli occhi ai nostri amministratori che, dopo le tante, forse troppe, buone intenzioni, passino finalmente ai fatti”.