Dal cortile interno della caserma del comando provinciale, Salemme ha parlato di “una generale diminuzione dei delitti consumati”, ma ha anche ricordato di come vada tenuta “alta la guardia contro il crimine”. Presenti alla cerimonia anche il prefetto di Teramo Eugenio Soldà, il presidente della Provincia Valter Catarra, oltre a numerosi sindaci del teramano. L’Abruzzo, ha sottolineato il comandante, rimane “un’importante arteria di transito e luogo di consumo di stupefacenti, soprattutto cocaina”, un fenomeno questo che coinvolge “qualsiasi classe sociale”.
Il comandante ha ricordato l’operazione “Ricchitella”, coordinata dalla Procura antimafia dell’Aquila e portata a termine dal Nucleo Investigativo di Teramo, che nel dicembre scorso portò in carcere sedici persone accusate di aver creato un asse della cocaina tra Napoli e Teramo, e che vedeva come protagonisti i Casalesi. “Si è impedito il radicamento di un clan campano che aveva l’intenzione di riciclare denaro”, ha detto Salemme, che ha anche ricordato l’operazione “La Rocca“, con la quale “si è riaffermata la legalità a Giulianova Paese”, e l’operazione condotta dai carabinieri di Sant’Egidio che nel gennaio scorso smantellarono un’organizzazione accusata di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Nel suo discorso il comandante ha anche parlato della comunità rom, “circa seicento persone, che stentano fortemente ad integrarsi”.
26 i chili di droga sequestrati nel 2009, stabili come si diceva le rapine, per la più parte comunque scippi, in drastico calo le truffe (-20%), in aumento le estorsione, passate dagli otto casi del 2008 ai 24 dell’anno appena passato.
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