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Teramo, precari della Provincia: Catarra replica ai sindacati

Teramo. “La parola stabilizzazione nel pubblico impiego non esiste più; la possibilità di assumere direttamente chi ha maturato tre anni di lavoro con contratti a tempo determinato è stata definitivamente abolita con il Decreto Brunetta del 1 luglio 2009. Continuare a parlare di stabilizzazione dei precari significa prendere in giro i lavoratori e i cittadini in un gioco delle parti che sta diventando irresponsabile”.

Con queste parole il presidente della Provincia Valter Catarra replica ai segretari della Funzione Pubblica dei sindacati Cgil, Cisl e Uil e a quanto detto ieri in conferenza stampa.

“La Provincia, come qualsiasi altro ente locale, può bandire dei concorsi e il numero di  posti disponibile è determinato dai vincoli posti: dalla spesa per il personale, dal Patto di stabilità, dal numero di persone che va in pensione. Limiti resi ancora più stringenti dalla manovra finanziaria approvata ieri che continua a bloccare il turn-over”.

Secondo Catarra, sulla base dei calcoli elaborati dall’ufficio del personale, la Provincia potrebbe bandire meno di 20 concorsi in tre anni e non tutti per ruoli amministrativi: ci sarebbero anche tecnici e operai. “Se dovessimo decidere la strada dei concorsi quale unica alternativa alla costituzione della società in house” aggiunge “almeno 70 persone rimarrebbero da subito senza lavoro. Questo i sindacati lo sanno bene; quindi non capisco di cosa stiamo parlando e a chi torni utile la tanta, troppa demagogia che si sta facendo attorno a questa vicenda. Certo non ai precari. Così come non capisco di cosa si sta parlando quando si dice che con la società in house si privatizzano i servizi. La titolarità dei servizi rimane della Provincia e lo statuto di Teramo Lavoro è certamente simile agli statuti di tante altre società in house sparse per l’Italia, create da enti governati dal centrodestra come dal centrosinistra, perché segue specifici dettami di legge. Non solo non si privatizza nulla ma si coglie un’opportunità, l’unica possibile, per recuperare risorse professionali e posti di lavoro. Il tutto attraverso procedure di evidenza pubblica, così come, ancora una volta, stabilisce la legge”.

Detto questo, “tutto il resto è pura strumentalizzazione: i precari non sono stati stabilizzati dal centrosinistra perché non si poteva fare e non vengono stabilizzati da noi perché non si può fare. Il pensiero e l’impegno della mia Giunta è rivolto verso quelle decine di lavoratori doppiamente beffati dal centrosinistra e dai sindacati: comprendo il loro affanno, ma sono certo che in un confronto diretto e sereno, sgombrato il campo dalla demagogia di chi sta facendo politica sulla loro pelle, capiranno che quella che stiamo percorrendo è l’unica strada possibile per evitare che alla scadenza naturale dei contratti cessi ogni loro rapporto con l’ente”.