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Truffa alle banche, arrestato imprenditore di Martinsicuro, ritenuto la mente dell’organizzazione

Ascoli Piceno. Da due mesi si era dato alla latitanza, per sfuggire ad un ordine di custodia cautelare emesso dalla procura di Teramo relativo ad una truffa alle banche. Giovanni Neroni, 46 anni, di San Benedetto del Tronto, ma residente da tempo a Martinsicuro, è stato arrestato sabato sera dagli agenti della squadra mobile di Ascoli e di San Benedetto.

Il nascondiglio scelto dall’uomo è stato scoperto grazie al fiuto investigativo dei poliziotti, che hanno seguito la moglie e le due figlie che erano andate a far visita all’imprenditore latitante nel giorno di festa. Giovanni Neroni, che si era reso irreperibile da circa due mesi, ossia dal giorno nel quale la guardia di finanza di Giulianova aveva notificato ed eseguito tre ordini di custodia cautelare in carcere ai danni di un commercialista di Alba Adriatica e due imprenditori (uno di Reggio Emilia, l’altro di Trapani). Secondo la procura di Teramo (pm Davide Rosati, gip Guendalina Buccella), Giovanni Neroni sarebbe la mente di un’organizzazione che era riuscita a truffare vari istituti di credito con lo scopo di ottenere dei finanziamenti. Tutta l’inchiesta, denominata “Ex-Novo” è partita da Villa Rosa di Martinsicuro (sede di una delle banche truffate), dove sono stati scoperti una serie anomali e ingenti investimenti finanziari a beneficio di un’azienda che produce articoli in pelle. Viaggiando a ritroso nel tempo, i finanzieri hanno ricostruito tutto il sistema, che secondo gli inquirenti aveva una mente: l’imprenditore di Alba al momento ricercato. Tutto sarebbe stato originato, nel 2003, dalla riattivazione di una società inattiva, che poi avrebbe rappresentato lo specchio per le allodole attorno al quale costruire una serie di documenti fittizi utili per strappare ingenti  finanziamenti. Attraverso una serie di operazione fittizie, infatti, e grazie alla collaborazione di esperti del settore creditizio, le persone coinvolte nell’inchiesta, avrebbero presentato alle banche e ai fornitori delle false credenziali per 10milioni di euro. Questo sistema avrebbe consentito, nel tempo, di ottenere finanziamenti dalle banche e forniture di beni materiali. Le somme venivano erogate portando allo sconto fatture, che poi si sono rivelate false,con operazioni commerciali nelle quali figuravano anche imprenditori all’oscuro di tutto. I capitali, una volta reperiti, venivano destinati all´acquisito di beni di lusso ed in parte reimpiegati nel finanziamento di aziende riconducibili agli stessi inquisiti. Con l’arresto di Neroni, che al momento del fermo non ha opposto resistenze, il quadro dell’inchiesta, effettuata dai militari della guardia di finanza di Giulianova, dovrebbe essere oramai definito.