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Giulianova, senza università e senza biblioteca?

Giulianova. Giulianova 2020? senza università e senza biblioteca? Sembra questo il futuro della città adriatica, prendendo in prestito lo spot della campagna elettorale del sindaco, Franceco Mastromauro. È sempre più concreta la possibilità che venga cancellato il primo anno del corso di laurea in Scienze del Turismo a Giulianova.

Il corso dovrebbe essere trasferito a Teramo, quindi in un giro di un paio d’anni l’università resterà soltanto un ricordo per i giuliesi. Oltre al danno d’immagine per una città come Giulianova, legato a doppio filo con il turismo, diminuirà drasticamente l’indotto ricavato dagli affitti e dalle spese affrontate dagli studenti fuori-sede e pendolari. Il rappresentante degli studenti Devis Di Furia denunciava da tempo la possibilità dell’accorpamento a Teramo del corso di Scienze del Turismo. Nel frattempo Francioni ha chiesto un intervento del sindaco e dell’amministrazione comunale. La soluzione per il consigliere dell’Udc sarebbe, oltre all’opera diplomatica con il Rettore e con il cda dell’università teramana, l’acquisto del Gualandi, per poi metterlo a servizio dell’Unite.
Nella città adriatica un altro problema attanaglia i giovani studenti del posto e quelli fuori-sede: l’assenza di una biblioteca, o aula studio. Un paio di anni fa, per mancanza di fondi per pagare un responsabile, chiuse la biblioteca Padre Candido Donatelli. Oggi è a rischio anche la biblioteca della Piccola Opera Caritas, perché in una circolare emessa dal responsabile della biblioteca si annuncia la chiusura dei cancelli della struttura nelle prossime settimane. La motivazione è la sicurezza dei ragazzi che alloggiano nella struttura psico-riabilitativa. Gli studenti, giuliesi e non, dovrebbero lasciare la macchina nel parcheggio dell’ospedale e poi suonare, sperando che l’usciere in quel momento sia vicino al citofono. Per molti che hanno vissuto la chiusura della biblioteca Padre Candido Donatelli, sembrano ripetersi le stesse misure restrittive che hano causato l’impossibilità ad usufruire della sala studio del Santuario della Madonna dello Splendore. In questo l’amministrazione non potrebbe far nulla perché entrambi gli istituti hanno una gestione separata dalla cosa pubblica. Ma in città si chiedono che fine ha fatto la Pinacoteca Bindi? Nella splendida struttura in via Gramsci c’è sempre stata una piccola aula studio, in questo momento sarebbe importante per gli studenti. Ma dopo continui ritardi la Pinacoteca doveva essere inaugurata lo scorso dicembre e invece è ancora chiusa. Sembrerebbe che l’ultimo problema sia l’impianto elettrico non idoneo a supportare l’ascensore. Ma ormai, dopo i lunghi tempi di restauro, ogni ipotesi è diventata leggenda.