Teramo, sul taglio dei pini alla Noè Lucidi gli agronomi chiedono l’accesso agli atti

Un esposto, inviato per conoscenza anche alla Procura della Repubblica di Teramo, al Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Teramo e alla Soprintendenza dei Beni Architettonici e Paesaggistici per l’Abruzzo, per verificare se il taglio dei pini di via Porta Reale a Teramo sia regolare.

A presentarlo è l’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Teramo che, apprendendo la notizia dalla stampa, vuole sapere se la Forestale ha dato l’autorizzazione al taglio a causa della verificata instabilità delle piante.

Gli agronomi, infatti, sottolineano che tale verifica può essere eseguita solo tramite la VTA (visual tree assesment), che è una tecnica utilizzata per stabilire le condizioni di una pianta, e che può essere considerata valida solo se eseguita da un tecnico abilitato (Agronomo o Forestale), mentre che il Corpo Forestale, che ha solo funzioni di vigilanza, può soltanto avallare l’operato di un tecnico abilitato.

E visto che l’Ordine non è a conoscenza dell’esistenza di una relazione tecnica specifica a firma di tecnico abilitato che giustifichi l’abbattimento, ha provveduto subito ad inviare una richiesta di accesso agli atti all’amministrazione comunale.

Ma la protesta contro il taglio delle piante, che ha coinvolto non solo le associazioni ambientaliste ma anche semplici cittadini, sta circolando sulla rete e domani ci sarà una manifestazione proprio davanti alla scuola elementare.

Intanto, in attesa di poter esaminare i documenti, Ordine ricorda anche come la gestione del verde urbano non possa essere improvvisata ma, al pari della pianificazione edilizia e urbanistica, vada affidata a tecnici competenti e abilitati, soprattutto per la sicurezza dei cittadini e per la tutela di un bene pubblico essenziale, quale quello vegetale.

M5S SU TAGLIO PINI ALLA NOE’ LUCIDI: ‘AVRETE PIU’ TEMPO PER PARCHEGGIARE I SUV’

“Anthon Cechov sosteneva che un pezzo di musica e un albero hanno qualcosa in comune: l’armonia delle forme, la logica che racchiudono, soprattutto la storia che raccontano. Purtroppo quell’armonia non è per tutti: per percepirla occorre un minimo di sensibilità, un soffio di umanità. Tutte cose che mancano clamorosamente agli attuali governanti teramani: gente dai pochi fronzoli e dal lungo pelo sullo stomaco, gente con in testa sempre idee meravigliose come la rotonda ovale o il misterioso ufogeo planato su piazza Garibaldi”.

E’ il commento del Movimento 5 Stelle Teramo, precisando “non sorprende che questi signori abbiano deciso di lasciare ai posteri una ennesima testimonianza del loro passaggio: mentre nel resto del mondo civilizzato scompaiono i parcheggi nelle città e si studiano sistemi per tenere le automobili lontano dai centri storici, mentre a Londra Renzo Piano disegna un immenso grattacielo, una “Scheggia di Cristallo” totalmente priva di posti auto, i governanti teramani piazzano l’ennesimo, inutile parcheggio davanti alla scuola Noè Lucidi. Sorprende ancora di meno che per realizzare la loro idea fuori dal mondo non esitino un secondo a tagliare/eliminare/cancellare quattro pini secolari, quattro esili macchie verdi sul percorso muscolare del cemento che soffoca ormai ogni prospettiva. Ma poi il passato riemerge da centinaia di foto che affollano il tamtam telematico e ti accorgi che quelle quattro macchie hanno segnato, con la loro grazia maestosa, tanti momenti della vita di Teramo e dei suoi abitanti accompagnando sin dai primi passi diverse generazioni nel loro cammino: generazioni in fuga sotto i bombardamenti, generazioni passate dalle rive dei fiumi a quelle sintetiche degli attuali mondi virtuali. Guardando quelle foto capisci che quei quattro pini portavano dentro di sé pezzi di storia di questa città e allora ti sembra quasi di sentirne il suono, la musica ormai irrimediabilmente perduta. Governanti teramani che oggi vi nascondete ignominiosamente dietro ridicoli alibi burocratici: questo avete fatto! Avete cancellato una parte di Teramo che saremo costretti a rimpiangere come il teatro comunale o la chiesa di San Matteo. Avete spento un altro angolo di bellezza di una città che è ormai diventata uno spazio asettico ed insignificante, un vuoto culturale e creativo, un nudo silenzio leopardiano senza prospettiva.
Poco male – concludono gli attivisti teramani – quando il deserto sarà completo, avrete più spazio per parcheggiare i vostri SUV”.

 

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