Nel frattempo rimane in carcere Romano Bisceglia, presunto assassino, con l’accusa di concorso in omicidio, vilipendio ed occultamento di cadavere. L’uomo continua a sostenere di essere estraneo alla vicenda. Secondo alcune fonti, il 57enne teramano, già noto alle forze dell’ordine per alcuni precedenti legati alla tossicodipendenza, avrebbe addirittura un alibi. Bisceglia sarebbe stato, infatti, visto insieme ad altri conoscenti in un bar cittadino proprio il giorno di Pasquetta, nelle stesse ore in cui si stava consumando il delitto. Sarebbero diversi i testimoni che avrebbero confermato questa tesi. Si rimane, pertanto, in attesa di conoscere i risultati degli esami per la comparazione del Dna del presunto omicida con quello delle macchie di sangue ritrovate sul secchio in cui è stato trovato anche il braccio destro di Adele Mazza.
Intanto, si rincorrono in città le voci di chi sostiene che il furgone bianco visto sul luogo del ritrovamento sia, in realtà, un elemento legato al delitto della donna. Nei giorni scorsi, era giunta la smentita da parte dei carabinieri, che avevano fatto accertamenti sul mezzo per verificare eventuali legami con il furto del furgone, avvenuto qualche giorno prima dell’omicidio. Gli uomini del capitano Nazario Giuliani hanno escluso che si trattasse della vettura utilizzata magari per il trasporto del cadavere nel luogo dove il corpo sarebbe stato sezionato.
Dubbi anche su quest’ultimo tassello: gli agenti, infatti, sarebbero ancora alla ricerca di un magazzino o garage che Bisceglia e i suoi complici potrebbero aver utilizzato per sezionare Adele Mazza, lasciare scolare il sangue delle parti del corpo e lavarle perfettamente. Tuttavia, la presenza di sangue vicino alla vasca da bagno dell’abitazione di Bisceglia lascia margini di dubbio sull’ipotesi: l’omicidia avrebbe potuto, infatti, anche sezionare la donna in casa.
Tania Di Simone