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Omicidio Teramo, Romano Bisceglia nega: “Non sono l’assassino di Adele Mazza”

Teramo. Romano Bisceglia nega di essere l’assassino di Adele Mazza. È quanto emerso dall’interrogatorio del presunto omicida del delitto di Pasqua, fissato per oggi alle ore 13,00 dal gip del Tribunale di Teramo, Marina Tommolini e terminato alle 14,20.

L’uomo, che dal momento dell’arresto si era chiuso nel più assoluto mutismo, ha risposto a tutte le domande postegli dal pm durante il colloquio avvenuto in tribunale, alla presenza del legale del presunto assassino, l’avvocato Barbara Castiglione.

Proprio il legale avrebbe dichiarato che il suo assistito “sta vivendo un incubo” da quando è stato prelevato dalla sua abitazione lo scorso lunedì.

Romano Bisceglia è stato uno dei maggiori sospettati fin dal 5 aprile, giorno del ritrovamento del cadavere di Adele Mazza. I due, infatti, hanno avuto in passato una relazione sentimentale, ormai conclusa, ma continuavano ad essere legati da uno strano rapporto. Bisceglia forniva alla vittima il metadone e gli stupefacenti di cui la donna faceva uso, mentre la Mazza girava all’uomo il denaro guadagnato dalle prestazioni sessuali fornite soprattutto ad anziani, che la donna usava anche raggirare.

Seppure convinti che l’arrestato non sia l’unico coinvolto nell’efferato crimine, gli inquirenti ritengono comunque che le prove contro Romano Bisceglia siano schiaccianti. Ad inchiodare l’uomo, infatti, delle macchie di sangue rinvenute sul secchio del Mocho Vileda ritrovato assieme ai resti del corpo lungo la scarpata di via Franchi e le impronte digitali su alcuni pezzetti di scotch, probabilmente utilizzato per fissare il secchio al carrello usato per il trasporto del cadavere.

Ciononostante, sembra che Romano Bisceglia abbia negato che il sangue in questione gli appartenga. Avrebbe, perciò, anche acconsentito a farsi prelevare un campione per la comparazione del Dna. A questo proposito, la Castiglione sostiene che gli agenti abbiano accertato l’appartenenza a Bisceglia del sangue ritrovato utilizzando un trucco. Avrebbero, infatti, fatto analizzare il mozzicone di sigaretta che l’uomo, durante il primo interrogatorio, aveva fumato. Ma l’avvocato difende il suo assistito sostenendo che nessuno può assicurare che quel mozzicone, lasciato in un posacenere, fosse effettivamente dell’arrestato e non di un altro sospettato.  

Nega ogni tipo di coinvolgimento, Bisceglia, sostenendo che le frequentazioni con Adele Mazza non erano poi così assidue e di averla vista l’ultima volta il venerdi precedente all’assassinio. La donna, infatti, lo avrebbe incontrato nella sua abitazione di via Arno per farsi dare il metadone che l’uomo avrebbe preso per lei presso il Sert di Teramo. Assieme alla vittima anche altre persone, che l’avrebbero accompagnata in macchina.  Inoltre, stando a quanto sostenuto dall’avvocato del presunto assassino, sembra anche che Bisceglia possegga un alibi: sarebbe stato, infatti, visto proprio il giorno di Pasquetta in un bar, assieme ad una persona che l’uomo frequenterebbe. 

Ad ogni modo, il legale del presunto omicida, Barbara Castiglione, ha dichiarato che per il momento non presenterà istanza di scarcerazione, almeno fino a quando non ci saranno elementi validi per farlo. Si dichiara, tuttavia, estremamente fiduciosa nella giustizia e spera che il tempo di lavoro sia il più breve possibile.